Oggi siamo invitati a cercare la gloria di Dio con disinteresse alla salvezza di tutti.
La
sofferenza è al centro della Parola di Dio di questa domenica: sofferenza di
tutti i malati che Gesù guarisce.
Com'è
bello contemplare Gesù che non si risparmia per aiutare gli altri. Com'è
consolante ascoltare la confessione di Paolo che per il Vangelo fa altrettanto!
Eternamente
Dio vuole figli guariti. Che sia il dolore, accettato, a dare gloria a Dio.
Cristo
è la Parola di Dio fatta carne, a lui noi dobbiamo ricorrere con fiducia.
Dobbiamo lasciarci illuminare dal di dentro.
Il
Vangelo è la buona notizia di quanto Gesù ha fatto per noi. Guardiamoci al suo
specchio.
A
volte ci accarezza e ci consola. Altre volte ci giudica e ci aiuta ad un
discernimento più chiaro delle nostre azioni. Oppure ci condanna quando le
nostre vie non sono le sue vie.
Purifichiamo
il nostro cuore. Apriamolo alla parola di Dio.
Il
Vangelo di oggi ci presenta un esempio di una fede che non si stanca e non
smette di cercare.
E
questo dovrebbe esserci di grande aiuto per superare le nostre stanchezze o le
nostre tentazioni di ogni giorno.
Dio
è guarigione, non ha creato la morte, né la lebbra, né la guerra. Stendi la tua
mano, Signore, tocca la mia lebbra e guariscimi.
E, mosso a compassione, stese la mano, lo toccò. Dio si fa vicino a chi soffre.
Gesù
infrange la legge, quando tocca il lebbroso. Da troppo tempo nessuno toccava
più il lebbroso e la sua carne moriva per troppa solitudine, perché escluso da
ogni consorzio sociale e religioso.
Gesù,
invece, lo tocca , e l'uomo è restituito
alla famiglia, al desiderio di Dio e non ai suoi miracoli.
Teniamo
lo sguardo fisso su Gesù. Tenere lo sguardo fisso su Gesù è il primo modo per
lasciarsi toccare.
Un
secondo modo è quello di gridare il nostro dolore, di parlargli, chiedergli di
intervenire nelle nostre difficoltà, di manifestare la sua potenza nelle nostre
infermità.
Quando
guardiamo Gesù, guardiamolo con fede. Quando gli parliamo, parliamogli con fede.
Allora egli ci trasformerà, si comunicherà a noi, ci farà simili a lui, capaci
di aiutare gli altri.
(Padre Stefano Orsi, ofm)
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,40-45.
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse:
«Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
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