venerdì 15 gennaio 2016

"Fate quello che vi dirà" - II Domenica del Tempo Ordinario


Partito... E nessuno più l'arresterà. 
Sul calare della sua storia un pugno di chiodi e un nudo legno l'attenderanno: nulla potranno nemmeno loro contro Colui che la storia ha dichiarato anzitempo capovolgitore delle speranze e speranza di chi speranza non teneva più. Lassù, appena dietro il Golgota della disperazione, uno sprazzo di primavera farà di un mattino tutto ebraico la certezza della vita che non muore. 
Cosicché quell'apparente arresto di tre giorni in realtà sarà un nuovo trampolino per la Vita stessa. Trent'anni fa - nella stagione dei Magi e dei Pastori - c'erano zampogne, incensi odorosi e profumo di pane. Oggi, nel mezzo di un banchetto povero della festa, stanno sei anfore di vino senza goccia di vino: diventeranno ricolme di grappoli appena pestati e divenuti vino eccellente. Domani lassù, oltre la gioia di Gerusalemme, il silenzio delle notti peggiori e una spugna con l'aceto: riconoscenza altissima per chi ha bevuto vino eccellente nella sala di Cana di Galilea. Così funzionano gli uomini.
Partito perché bisognava partire: c'era un'umanità ormai esausta d'attesa. 
Partito perché una donna - che la storia additerà come "figlia del suo Figlio - lo spintona con dolcezza e gli apre gli occhi (a Lui che un giorno si mostrerà professionista di aprire gli occhi ai ciechi): "non hanno più vino!" Non c'è vino, non c'è festa: fa qualcosa, Figlio mio! 
E' che le mamme possono tutto: sono occhi che anticipano la storia perché capaci di leggerla dentro. 
Partito controvoglia: "non è ancora giunta la mia ora". Come dire: "mamma, lasciami in quest'ultima pigrizia della vigilia: ancora cinque minuti nel silenzio di casa mia, lasciami gustare la dolcezza di Nazareth, il silenzio della bottega di mio padre. Da domani sarà tutto un trambusto. Un attimo ancora, per favore!
Partito perché lei non cede. Stavolta è lo sguardo che lo condanna all'alzata: "non hanno più vino!" Lei è nata donna: perché far iniziare male l'avventura di una giovane sposa? Sono così terribilmente legate alle piccole cose trascurabili le donne, che privarle all'inizio della gioia è come togliere alla primavera l'ebbrezza del vento di marzo che scompiglia i capelli.
Eppure parte: è una donna ad accendere i primi passi di quell'Uomo che da piccolo da lei, figlia di Nazareth, imparò a stare in piedi. 
E' lei, oggi, a fargli percorrere i primi passi da uomo"parti, Figlio mio, e che Dio ti benedica". Lo rincorrerà per i sentieri tortuosi della Galilea, ne serberà silenziosa gli elogi di chi un giorno gli urlerà "beato il grembo che ti ha partorito e le mammelle che ti hanno allattato". 
Lo scruterà da lontano, dolcemente madre: ne serberà i pensieri lasciati sul sentiero, ne allontanerà tristi presagi, raccoglierà confidenze e timori di quella ciurma che fra poco si sceglierà, reggerà sotto il peso di quel Legno al quale lo appenderanno: Lui, Figlio unico di Madre vergine
E poi si riabbracceranno sul far della Pasqua, in quell'alba che avrà il sapore del ritrovamento.
Davanti alle anfore, in un istante di solitudine, la contempla per l'ultima volta: "ciao mamma, è giunto il momento di separarci davanti a quest'acqua. T'assicuro: diventerà vino. E non finirà: trasformerò anche il vino un giorno". 
Partito: nessuno più l'arresterà. E con Lui è partita la macchina dei miracoli: alcuni li farà controvoglia, altri li compirà convinto, di sabato sarò lui a cercarli per mostrare al potere che prima del sabato viene l'uomo. Forse Maria non sapeva cosa avrebbe acceso; forse non immagina dove lo porterà questa strada che il Figlio ora batte. Il Battista lo saluta e gli aggancia il popolo - "Ecco l'agnello di Dio" - Maria Gli apre gli occhi - "non hanno più vino" -; Lui parte.
Dopo trent'anni d'attesa e di silenzio, forse è giunta la sua ora: d'ora in poi il mondo diverrà un colossale trambusto, un'efficientissima ambiguità, un garbuglio di emozioni. 
Semplicemente perché un uomo è partito.
E' che certi uomini lasciano il segno. E lo anticipano trasformando l'acqua in vino. 
Perché nessuna casa sia senza la festa del cuore.

(don Marco Pozza)



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 2,1-11. 
 Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.  Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.  Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».  E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora».  La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».  Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.  E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo.  Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono.  E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo  e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».  Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. 




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