Con
l'anima bruciata dal desiderio del Regno.
Triste sorte la sua
all'inizio: arrivato troppo tardi per far carriera
tra i profeti e arrivato troppo presto per far
carriera tra gli apostoli, il Battista - ultima speranza di un popolo
disperato - appariva ai loro occhi quasi il Messia: "e tutti,
riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il
Cristo". Lui, l'accusatore del Mar Morto; l'Altro, il Liberatore
del Mare di Tiberiade. Triste sorte quella dei precursori, sin dai
tempi di Mosè: arriveranno fin sulle rive del Giordano ma non
godranno della Terra Promessa; spianeranno la strada a Colui che
cammina dietro di loro ma un giorno passerà loro innanzi;
prepareranno un trono nel quale mai giorno verrà nel quale potranno
sedersi e riposare.
Cristo
oggi ha trent'anni: corre veloce la liturgia, poco rispettosa delle
anagrafi dell'uomo.
Nascosto nella stamberga di Nazareth, apprende
gli ultimi segreti dal padre carpentiere e dalla madre lavandaia.
Trent'anni è l'età giusta: prima è troppo presto, dopo sarà
troppo tardi. Il Nazareno affina le ultime sbozzature alla sua
statuaria bellezza d'Uomo. L'amico, che campeggia magnetico nelle
rive del Giordano, continua imperterrito la sua opera di
pulizia: "Nel
deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada
per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle
siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e
quello scosceso in vallata".
Lo
confondono col Messia ma lui non ci sta: preparare la strada è il
suo mestiere, percorrerla sarà affare dell'Amico che a Nazareth si
sta allacciando i sandali ed è ormai prossimo alla partenza della
vita pubblica.
Li battezza, li redarguisce, ne condanna le malvagità
e fa sbocciare le virtù: era stato fatto apposta dall'Altissimo per
conquistare le immaginazioni e convertire la gente al Cielo. E loro
dal Battista ci andavano perché sudici e sporchi. Non è lui
l'atteso, è l'Altro: "Io vi battezzo con acqua; ma viene colui
che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei
sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".
E
l'altro, il silenzioso predicatore di Nazareth, s'intrufola nella
fila degli impuri; come il mattino seguente all'annuncio sua Madre
s'intrufolò tra le lavandaie di Nazareth, senza lasciar supporre che
nel suo grembo avesse posto casa l'Altissimo.
Puro tra gli impuri a
farsi battezzare da Giovanni: mai considererà un tesoro geloso la
sua uguaglianza con Dio ma svestirà se stesso, s'accaserà nelle
sponde del fiume Giordano e chiederà al Battista l'acqua della
pulitura. Non c'è sudiciume in quella carne venerata dai pastori e
profumata dai Magi: eppure l'inchinarsi di fronte all'amico nel gesto
tipico dei peccatori è anche un dirgli grazie per il lavoro svolto.
Lo guarda e si guardano: chi trattiene l'acqua in mano è stato un
ambasciatore fedele, un amico leale, un uomo tuttotondo. L'Amico di
Nazareth ne legittima l'investitura di precursore. S'erano incrociati
nella voce ancor prima di nascere - quando nel grembo di Elisabetta
Giovanni sussultò appena Maria varcò la porta della cugina
coll'Eterno nel grembo - oggi l'uno passa il testimone all'altro,
come segno di fedeltà.
Nelle
sponde del Giordano non ci sono zie commosse e nemmeno farfuglio di
candidi pizzi come nel giorno del nostro battesimo.
C'è l'inizio di
un'avventura che il mondo nemmeno immaginava, iniziata nel modo più
umano il mondo conoscesse: puro tra gli impuri, senza timore alcuno
di venir contagiato.
Un giorno degli impuri diverrà l'àncora di
salvezza, dei giusti la pietra d'inciampo, della storia l'uomo
spartiacque. Oggi è semplicemente in ginocchio, coll'acqua a
bagnargli il capo.
Poteva rimanere così: sarebbe stato un Dio comodo
e rassicurante.
Domattina, invece, dalla moltitudine del Giordano si
tufferà nella solitudine del deserto: il primo regalo non sarà un
miracolo ma semplicemente lo spartire con noi la condizione di chi
nasce uomo, che si chiama tentazione.
In barba ai buoni propositi dei
parenti che sorridevano il giorno del nostro battesimo. Chissà con
qual privilegio s'erano confusi.
(don Marco Pozza)
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 3,15-16.21-22. Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
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