giovedì 31 marzo 2016

Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia

Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?" (Lc 24,32). 
Penso a quei discepoli che, sulla strada per Emmaus, incontrano Gesù risorto, incontrano lo sguardo d i quel viandante dietro le cui sembianze si cela tutto il senso della loro vita….e i loro cuori passano dalla delusione alla felicità, dalla tristezza alla gioia…la Gioia di una promessa che si è realizzata: Cristo è risorto!Ha vinto la morte! 
Quel Gesù che avevano visto morire sulla croce, adesso, è lì con loro, cammina con loro, conversa con loro, spiega loro le Scritture, spezza il pane con loro. Il loro cuore arde, il loro cuore è pieno di Gioia…una Gioia che  non può essere trattenuta, che deve essere annunciata, testimoniata.
Quella Gioia che diventa per S. Francesco strumento di Misericordia, strumento di Pace da contrapporre alla tristezza. 
La Gioia è una condizione del cuore, una condizione che non può essere rinchiusa in esso ma che deve necessariamente essere manifestata: la Gioia non può essere nascosta, la Gioia risplende, la Gioia esplode, la Gioia mette in cammino, la Gioia fa correre. La Gioia vera viene da Dio: Lui solo è capace di colmare il nostro cuore facendolo ardere di Amore. 
Sì, perché è l’innamoramento l’esperienza più bella della Gioia: chi è innamorato non lo può nascondere, glielo si può leggere sul volto, negli occhi. 
Rispondere all’Amore di Dio, quindi, non può lasciarci nella tristezza perché l’Amore di Dio dona la vera Gioia.
Troppo spesso però ci lasciamo abbattere dalla tristezza, dalla frustrazione, dal fallimento … spesso, attratti dalla lusinga del denaro e del successo, viviamo un delirio di onnipotenza per cui noi siamo la misura di noi stessi…e, quando incontriamo i nostri limiti, sperimentiamo il fallimento che genera frustrazione e tristezza.
S. Francesco ci insegna che se il fallimento, la delusione, la fatica viene vissuta nella consapevolezza che, in tutto questo, è presente Dio, che tutto rientra nella volontà di Dio, una volontà buona che riesce a far scaturire il bene anche da ogni situazione di male, allora si può sperimentare la Perfetta Letizia. 
La Letizia è la condizione dello spirito, dell’anima che ridona pace al cuore, che rimette l’uomo nella giusta prospettiva nei confronti di sé stesso perché il proprio limite, le proprie fatiche diventano il luogo in cui Dio manifesta la propria Grazia, la propria tenerezza, la propria Misericordia. La Letizia, allora, diventa fonte di Gioia, di Gioia vera.
Portare Gioia dove è tristezza significa scoprire di essere profondamente amati, significa donare valore a tutte le cose perché in esse è presente l’Amore di Dio, significa lasciare spazio nel cuore alla volontà del Signore, volontà in cui possiamo sperimentare una Letizia perfetta…quella Letizia che alimenta la Gioia per un Dio che non ci abbandona mai soprattutto nel dolore e nella tristezza. 
Portare Gioia significa, quindi, amare, amare senza condizioni, come Gesù stesso ha amato fino a morire sulla croce. 
Portare Gioia significa donare anche Speranza, quella Speranza che già oggi ci fa gustare la bellezza di un’eternità che spazza via ogni paura, che ci fa vivere in pienezza, ci ridona la Gioia dei figli di Dio. 
Portare Gioia significa, infine, donare un nuovo sguardo, dei nuovi occhi sulla vita…una vita che può diventare strumento di Misericordia e di Pace nelle mani del Signore.

(Paolo)

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.