Comprendere
è una parola dal significato semplice ma che il nostro mondo
sembra aver dimenticato. Già, perché comprendere significa
“prendere insieme”, “prendere con sé”…significa, cioè,
farsi carico di qualcuno, prendersi cura di una persona, dare modo ad
ognuno di essere parte della propria vita perché ognuno è mio
prossimo, è mio fratello, è dono di Dio per me.
S.
Francesco ha ben intuito che tutto il creato è un dono di Dio a cui
si deve rendere lode; attraverso le creature si arriva a comprendere,
a cogliere il significato di quel grande Amore che Dio ha per ognuno
di noi…ogni cosa, ogni essere vivente viene compreso nella
creazione che Dio ha voluto…e ogni creatura, consapevole della
propria appartenenza al creato, tende al Creatore e a Lui rivolge la
sua lode per il dono grande della propria vita, della propria
esistenza.
Papa
Francesco ci mette continuamente in guardia dalla “cultura dello
scarto”: egli ci invita ad essere inclusivi e non esclusivi, a
comprendere e non ad escludere. Appare evidente come il mondo d’oggi
abbia perso la capacità di cogliere fino in fondo il significato di
comprendere: laddove comprendere significa accogliere,
includere, prendersi cura dei più deboli, di chi è in difficoltà,
il nostro mondo contrappone un modello basato sull’esclusivismo, un
modello dove a prevalere è l’arrivismo, il perfezionismo,
l’apparenza e l’edonismo più sfrenato…un modello dove il
denaro e il possesso diventano unica misura della propria dignità,
le relazioni sono a proprio uso e consumo e non si è più capaci di
costruire rapporti più forti, più umani ed umanizzanti…un modello
dove l’umanità viene disumanizzata, viene resa una cosa che vale
per l’uso che se ne può fare, in cui è utile ciò che crea un
guadagno, un tornaconto personale e tutto il resto viene scartato
alla stregua di un vecchio televisore che non è più al passo con la
tecnologia….Chi non ce la fa a corrispondere a pieno a questo
modello soccombe, viene escluso e, per lui, diventa molto difficile
risollevarsi. Così, gli anziani, i disabili, i disoccupati, i senza
tetto e persino le normali famiglie vengono poste al di fuori di un
modello di società in cui a prevalere è uno sterile individualismo.
S. Francesco, invece, ci insegna che l’uomo è fatto per la
Fraternità, realizza la propria vita nella relazione con l’altro,
nell’amare donandosi: includendo, prendendo con sé il fratello
nella sua interezza, nella sua specificità, con tutti i suoi limiti
posso realizzare fino in fondo la mia vita in pienezza.
Comprendere
ha anche il significato di capire,intendere. Un’altra
mancanza del mondo d’oggi sta proprio nelle difficoltà di capirsi,
di intendersi, di comprendersi: ormai, la tecnologia ci permette di
raggiungere ogni persona e comunicare in ogni parte del mondo, le
distanze si sono ridotte….ma a una migliore possibilità di
comunicare non corrisponde una altrettanto migliore capacità di
ascoltare. E, allora, ci si parla ma non ci si comprende, si comunica
ma non si condivide. Fare Fraternità non significa, quindi,
semplicemente, saperci accogliere, stare insieme nonostante le nostre
fragilità, ma significa anche sapersi ascoltare: in ogni relazione,
l’ascolto, l’ascoltarsi reciprocamente viene prima di tutto…solo
se so ascoltare posso comprendere, prendere con me l’altro nella
sua totalità e condividere con lui tutto me stesso, ciò che io
sono, ciò che io sto vivendo. Nel mondo d’oggi, l’ascolto delle
persone viene soffocato dalle urla dei più forti, dal rumore di
un’opinione pubblica che spesso viene manipolata da una
“propaganda” basata sugli interessi personali di chi detiene il
potere; di fronte a questo rumore, il grido di sofferenza dei più
deboli, che invocano un aiuto, diventa un flebile sussurro
inascoltato.
Chiediamo,
allora, come S. Francesco, di saper comprendere fino in fondo, di
includere ed ascoltare le persone che il Signore mette sui nostri
passi per poter realizzare, attraverso la Fraternità, la nostra
piena umanità, una vita piena da figli amati dal Padre.
Paolo Mancini
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore.

Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.