mercoledì 23 novembre 2016

"MORENDO,SI RESUSCITA A VITA ETERNA!"


Laudato sì, mi Signore, per sora nostra Morte corporale…” 

Al termine del “Cantico delle creature”, così come al termine della “Preghiera semplice”, San Francesco loda la morte e la chiama sorella; Francesco può farlo perché ha ben capito che Cristo ha vinto la morte e che il destino dell’uomo è l’eternità. “
Siamo nati e non moriremo mai più”, il titolo della biografia di Chiara Corbella, ci ricorda che la nostra vita è calata in un progetto di eternità e, come diceva la stessa Chiara Corbella,qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della Vita Eterna”.

E’ proprio così … occorre guardare la vita a partire dalla meta, da quella meta che Dio stesso ci ha donato liberandoci dal peccato mediante la morte di Suo figlio Gesù sulla croce … quella meta che si chiama Vita Eterna. Per fare un esempio a me abbastanza famigliare, è un po’ come quando si intraprende un sentiero che conduce in alta montagna … la salita è dura, a volte ti viene voglia di tornare indietro, a volte devi aiutarti con le mani per arrampicarti sulle rocce, si suda, le gambe diventano pesanti, il respiro affannoso … ma, poi, si arriva in cima e, da lì, si riesce a scorgere tutto il sentiero che ti ha portato fin lì in alto e tutto assume una luce nuova per quello che vedi, per la bellezza di ciò che ti circonda: il cielo azzurro, l’aria leggera, le cime rocciose dei monti che si stagliano intorno, il verde della valle … tutto da un senso nuovo alla fatica fatta per arrivare fin lì … una fatica che si trasforma in un semplice ricordo lontano di fronte a tanta bellezza … una fatica che saresti disposto a compiere ancora centinaia, migliaia di volte perché è la meta stessa che le da il senso. Così, la morte stessa diventa un passaggio, forse doloroso, forse ancora incomprensibile per l’uomo, ma che conduce a quell’eternità a cui siamo chiamati fin dal giorno della nostra nascita. Vivere nella consapevolezza di tutto questo ci libera, ci fa godere fino in fondo della Libertà dei figli di Dio, ci fa assaporare ogni attimo della vita come un dono di Dio, come dono di un Amore più grande di ogni nostra debolezza, di ogni nostro errore, di ogni nostro peccato … ci fa gustare la Misericordia di un Dio che non ci abbandona mai perché vuole condurci tutti alla salvezza, alla Vita Eterna.
Certo, di fronte al mistero della morte, l’uomo si trova spiazzato, inerme; il distacco dalla vita terrena non può essere banalizzato, racchiude in sé l’esperienza del dolore e il silenzio diventa spesso l’unico modo in cui si riesce ad esprimere il vuoto, lo spazio che ci separa dalla comprensione di questo grande mistero. Eppure, dentro questo silenzio, Dio entra e ci riporta alla luce, alla luce della Risurrezione, alla luce della Vita, alla luce della Vita Eterna. “Morendo, si risuscita a Vita Eterna” ci racconta, quindi, del nostro destino di Risurrezione, di Eternità.

Raggiungere la Vita Eterna, però, comporta anche la nostra responsabilità, il nostro desiderio profondo di realizzarla … comporta un cammino in cui siamo chiamati, ogni giorno, a morire un po’ a noi stessi per far spazio all’Amore di Dio.
Oggi, tuttavia, il nostro mondo sta sempre più perdendo il senso dell’eternità … la parola “eternità” perde di valore, diventa sempre più un miraggio e viene inesorabilmente sostituita da “precarietà”… ogni cosa che si fa, che si costruisce, che si intraprende porta in sé, fin dal suo inizio, il seme della precarietà, del fallimento … si perde il coraggio di sperare, di sognare, di volare, di raggiungere mete nuove, mete alte … l’uomo diventa espressione di un nichilismo strisciante che lo rende quasi prigioniero di sé stesso, dei propri limiti … e, allora, diventa tutto incerto, aleatorio … si rinuncia a vivere in pienezza, si evita la responsabilità delle scelte, si “vivacchia” in uno stato di ignavia che blocca ogni decisione fondamentale per la vita.

Nonostante tutto questo, però, l’uomo è fatto per l’infinito, per l’eternità … non può avere paura del “per sempre” perché fa parte della sua identità, dell’identità che Dio ha sempre pensato per lui. E’ vero, l’uomo è una creatura limitata, non è onnipotente … ma può sognare, può desiderare l’infinito, può costruire già oggi un pezzetto di eternità … basta seguire Gesù … Egli ci promette cento volte tanto e la Vita Eterna”.

Il Signore vi dia Pace!

(Paolo Mancini)

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