mercoledì 1 marzo 2017

CANTICO DELLE CREATURE:CANTICO DELLA VOCAZIONE


Vi sarà certamente capitato di vedere un film in 3D…. ci si infilano gli occhialini per “buttarsi” dentro le immagini del film come se fossimo immersi in ciò che sta succedendo. 
Mi è capitato di vedere uno di questi film nel quale venivo proiettato dal centro della nostra galassia fin giù, sempre più giù, superando costellazioni e pianeti, fino ad arrivare alla sfera azzurra della nostra Terra…e poi ancora più giù, sorvolando i mari, attraversando le praterie e le montagne, fino a penetrare nelle foreste, tra le foglie degli alberi e, persino, entrando nelle cellule fino a raggiungere gli atomi che ne compongono la struttura molecolare. E’ stato un po’ come viaggiare attraverso l’essenza del creato…un'esperienza molto bella, vissuta grazie agli artifici della moderna cinematografia.

Mi piace pensare che anche S. Francesco, in qualche modo, abbia fatto un’esperienza simile quando ha composto il “Cantico delle creature”…certo non un’esperienza cinematografica (non avrebbe certo potuto!), ma un’esperienza più profonda, un’esperienza spirituale. Francesco era malato, sofferente, quasi cieco quando intraprende questo bellissimo viaggio spirituale che lo conduce a cogliere l’essenza più profonda di tutto ciò che Dio ha creato per il Suo immenso Amore. 

Francesco va al centro dell’esistenza delle creature, scopre che l’esistenza delle creature, la sua stessa esistenza, è legata alla lode per il Creatore. Francesco non loda il Signore solamente per le Sue creature ma con le Sue creature, attraverso le Sue creature: Francesco loda il Signore per il sole perché è attraverso la sua luce, la sua bellezza, la sua radiosità che può capire l’opera magnifica del suo Creatore; Francesco loda il Signore per le stelle e la luna perché attraverso la loro luminosità, la loro preziosità, la loro bellezza possiamo gustare la perfezione della creazione; Francesco loda il Signore per il vento, l’acqua, il fuoco, la terra perché è nella loro essenza, nel posto che Dio ha riservato per loro nel creato, che mostrano la grandezza del Creatore. Francesco si fa creatura fra le creature e può, così, chiamare ciascuna fratello e sorella; egli riconosce che ogni cosa, ogni singolo tassello dell’opera creatrice di Dio è per sé stessa lode a Dio attraverso la sua stessa essenza, attraverso la vocazione che ognuna di esse ha ricevuto dal Creatore.

Nel “Piccolo principe”, Antoine de Saint-Exupery ci dice che “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Penso che l’essenza delle cose ci sfugga perché il nostro sguardo, spesso, è incapace di meravigliarsi del valore che ogni creatura possiede per il fatto stesso di essere creata, per il motivo per cui è creata. 

Nella sua cecità, S. Francesco riesce a percepire che la grandezza della creazione sta nella vocazione a cui il Signore chiama ciascuna delle Sue creature lì dove le ha poste all’interno del creato: non c’è nulla che possa essere lode più gradita a Dio che la luminosità del sole, lo splendore delle stelle, la preziosità dell’acqua, la forza del fuoco, i frutti della terra…E noi…che posto abbiamo nel creato? A cosa ci chiama Dio? Per cosa possiamo lodarLo?

Scoprire fino in fondo la vocazione a cui il Signore ci chiama e realizzarla ci mette nelle condizioni di lodare in pienezza Dio insieme al creato, ci permette di entrare nell’essenza della nostra esistenza, ci fa scoprire quanto l’Amore di Dio ha desiderato donarci la vita lì dove oggi siamo chiamati a viverla. 
Ciò che noi siamo chiamati a vivere, l’amore che doniamo, le nostre relazioni, il nostro lavoro e persino i nostri limiti e le nostre difficoltà diventano lode a Dio perché in essi è posta l’unicità della nostra esistenza, l’Amore unico e irripetibile con cui Dio ci ama e ci ha voluti nell’opera magnifica della creazione. 
Allora, diventa importante cogliere nella nostra vita la bellezza della presenza del Signore che ci ama così come siamo; cogliere la meraviglia della nostra esistenza non può lasciarci indifferenti ma diventa lode a Colui che, per Amore, ci ha pensato e ci ha voluto così come siamo. 
Sarà, allora, bello scoprire che nel “Cantico delle creature” c’è un posto anche per noi: “Laudato si’, mi Signore, per la vita a cui mi hai chiamato perché è la più bella che potevi pensare per me”.

(Paolo Mancini)


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