«Prima
di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu
uscissi alla luce, ti ho consacrato»
(Ger 1,5).
Così
mi ha parlato Dio in un momento di ‘crisi’ personale e affettiva.
Avevo voluto ‘fare di testa mia’: volevo avere io il controllo
della mia vita, scegliere dove e come cercare la felicita’,
decidere divertimenti, affetti, amici e fidanzati. Non volevo piu’
fidarmi di Dio e affidarmi a Lui. Il mio “io” al centro e al
posto di Dio. Nonostante il Padre Papino non mi avesse mai
abbandonata e avesse disseminato il mio cammino di piccoli ‘profeti’
e apostoli del Suo Amore che mi richiamavano alle Sue Vie, la mia
libertà interiore scalpitava per imporre dentro di me
tutte le presunzioni e l’orgoglio del mio ‘ego’.
Sono
nata e cresciuta in una famiglia cristiana cattolica praticante, che
ha sempre cercato di avvicinarmi ai valori della fede e alla Chiesa.
Sono una gemella monozigote, ovvero sono stata concepita
contemporaneamente a mia sorella Cristina, seconde figlie arrivate
dopo quattro anni e mezzo dalla prima figlia. Mi piace pensare a me e
a mia sorella come a un segno di Grazia e benedizione per i miei
genitori. I medici erano stati chiari e drastici con mia mamma, che
aveva avuto una complicanza dopo il parto gemellare, l’eclampsia in
seguito a gestosi: uno stato che l’aveva costretta a stare lontana
da noi proprio nei nostri primi 11 giorni di vita, sotto osservazione
medica: “Avere altri figli in queste condizioni di salute sarebbe
troppo sconsiderato e rischioso per la sua vita!”. Lei…Noi
gemelle…eravamo state – a detta dei medici stessi –
miracolate! I danni da eclampsia sarebbero potuti essere
gravissimi e irreversibili! E invece non ci furono conseguenze. Un
miracolo! Cosi’ essi nella loro razionalità, costretti dalla paura
ma soprattutto da un forte senso di responsabilità erano stati
attenti nel ‘decidere’ quanti figli avere e…avevano deciso di
non avere più di due figli (….e invece siamo in tre!!!).
La
Parola di Geremia è risuonata in un periodo in cui non mi stimavo
più come persona! Avevo superato abbondantemente l’adolescenza ma
mi ero procurata cosi’ tante ferite che non ero capace di
perdonarmi e perdonare. Avevo il cuore chiuso. E invece Dio mi voleva
far capire in tutti i modi che Gli appartenevo da sempre!
Da
sempre ho cercato Dio nella mia vita e….devo dire che… Dio
‘parla’ alla mia vita da sempre!
Sono
‘cresciuta’ spiritualmente nella parrocchia San Pio X di Taranto,
la chiesa “di origine” del mio papà, vicino quella che è
diventata poi casa dei miei genitori. Ho frequentato prima il
catechismo e poi l’Azione Cattolica…con grande entusiasmo.
All’età di 17 anni sono diventata catechista, dopo aver fatto
formazione/scuola di base con alcune Missionarie della Parola di Dio
(consacrate laiche di un istituto secolare aderente alla Spiritualità
minima di San Francesco da Paola, in cui mia mamma si era formata da
giovane, chiamata – poco prima di conoscere il mio papà –
a iniziare un’esperienza come laica consacrata, assieme a un
gruppetto di amiche catechiste – lei era ed è anche organista in
parrocchia – nel medesimo istituto secolare diocesano su citato.
Poi scelse il matrimonio e la famiglia!). Nel ‘fare catechismo’
ai fanciulli si è delineata per la prima volta la mia chiamata
all’apostolato, ad annunciare agli altri, ai piccoli nella fede e
nell’età, le Meraviglie di Dio. Dopo tre anni da catechista
tuttavia decisi poi di lasciare per gli impegni di studio e di
lavoro che nel frattempo avevo intrapreso con profitto e
passione. Chiesi a Dio di indicarmi un’altra strada, meno
impegnativa ma pur sempre a servizio della Chiesa. Sono entrata così
nell’Ufficio missionario diocesano, come collaboratrice
nell’animazione e nella stampa: nel frattempo,infatti, ho
cominciato anche a coltivare la mia passione giornalistica come
collaboratrice di Radio Cittadella e poi di ‘Nuovo Dialogo’,
grazie al quale ho conseguito infine il tesserino da pubblicista.
Non
sono mancati in questi primi anni giovanili i campi scuola
vocazionali: i primi, con l’istituto secolare delle MpD (lo stesso
che aveva segnato la giovinezza di mia mamma!). Durante uno di questi
ritiri, una Parola di Dio risuonò alle mie orecchie costantemente:
‘Ti farò mia sposa per sempre’ (Osea).
Il
2009 è stato un anno “particolare”: a settembre decido di
partire come volontaria della Caritas diocesana tra i terremotati
dell’Aquila, reduci dal dramma del 6 aprile. In quella settimana di
“servizio” agli ultimi ho sperimentato la Parola di Dio che dice
“da questo riconosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore
gli uni gli altri”. Nello stesso anno partecipo a un campo di
discernimento vocazionale con le suore salesiane Fma, a Sant’Agnello
di Sorrento. Ero piu’ grande e consapevole. Ero fidanzata ma non
volevo sposarmi. Lo slogan era: ‘Perchè la vostra gioia sia
piena’. Da allora il versetto di Giovanni è stato per me una
folgorazione, non mi ha più lasciata.
Queste
due Parole di Dio appena citate, Vangelo di Giovanni e il Profeta
Osea, le ho ritrovate misteriosamente nella mia vita in tanti momenti
impensabili, durante incontri di preghiera, in un momento “personale”
con Dio alla Gmg di Madrid 2011, dopo alcune Confessioni ‘speciali’,
ecc. ecc. Inoltre stringevo spesso amicizia con ragazze che vivevano
i miei stessi dubbi vocazionali, le stesse paure e si ponevano la
questione della chiamata alla vita consacrata o della scelta
cristiana del proprio stato di vita. Volevo fare discernimento. E
scegliere “bene”, con gioia e senza paura, non “per ripiego”.
Chiedevo consiglio sulla mia vocazione a diversi consacrati,
sacerdoti e religiose, a cui aprivo il mio cuore e raccontavo la mia
storia e la mia interiorita’, la mia irrequietezza, senza remore e
difese. E tutti mi accompagnavano con delicatezza, avendo pero’
come denominatore comune la risposta per cui dovevo essere io a
scoprire la mia chiamata, con Dio, in un rapporto intimo e speciale
con Lui….. e non perché “me lo dicevano le suore”. Tante erano
le Dio-incidenze che mi facevano sentire in ogni caso Amata da Lui,
dal Cielo! DIO stava preparando la strada….!
A queste
esperienze spirituali molto belle e forti si aggiungeva tuttavia una
vita affettiva non proprio sana….e spesso travagliata. Sono
stata fidanzata diverse volte e per lungo tempo ma sono stati sempre
rapporti non puri e piuttosto tormentati…. e tutti i miei desideri
sani e santi venivano puntualmente soffocati. Sentivo un vuoto
costante nella mia vita affettiva e cercavo di riempirlo ricercando
sempre nuove amicizie e nuovi spasimanti, non trascurando mai la
fisicità anche impura nei rapporti con gli altri. Cercavo sempre i
consensi e le approvazioni degli amici! Da gemella forse cercavo
sempre il mio ‘doppio’ (mia sorella si è sposata molto prima di
me andando a vivere fuori dalla nostra città e cambiando confessione
religiosa per seguire il marito e formare famiglia – da cattolica a
cristiana evangelica: scelte drastiche precedute da non pochi
travagli..nel giro di poco tempo). O forse..c’era semplicemente un
‘di più’ che voleva manifestarsi alla Mia vita da sempre ma per
paura o per ignoranza o per orgoglio..non aprivo “quella” porta.
Cosi’ ho spesso cercato di placare la mia sete di felicità
autentica nei paradisi artificiali ovvero nelle felicità false e
apparenti proposte dal mondo (pub, locali mondani, feste, discoteche,
musica assordante, orari notturni, amicizie di tutti i tipi, sesso
fuori dal matrimonio).
All’età
di 17 anni, il primo fidanzatino. Era un ragazzo della parrocchia.
Pensavo nella mia ingenuità che fosse l’uomo della mia vita,
destinato per me da sempre. Già allora non accettavo l’idea di un
eventuale fallimento nella mia vita! Con lui decisi di restare
vergine. Ero stata al funerale di Betty, una ragazza di soli 20 anni,
all’epoca fidanzata con mio marito Francesco, deceduta in seguito a
un terribile incidente stradale mentre tornava da un camposcuola
salesiano su un pullmino assieme ad altri amici e allo stesso mio
marito. Ascoltando l’omelia del prete alla messa di saluto
gremita di giovani, le sue parole che ne decantavano la purezza e la
verginità …che si evinceva dal suo ‘sorriso’, mi ero subito
decisa: voglio essere anche io così, voglio vivere anche io così il
mio fidanzamento! Lo comunicai a quel primo fidanzatino, che era un
ragazzo buono come il pane… e piuttosto volenteroso di
“assecondarmi”. Ma poi qualche atto impuro, la curiosita’ di
scoprirsi bruciando tutte le tappe, comincio’ a inquinare il
rapporto. Altre storielle di affettivita’ e fisicità
adolescenziale seguirono alla prima delusione d’amore (lui mi
lasciò per motivi non chiarissimi: aveva dubbi e tante paure….voleva
cercare la sua strada, non sapeva se mi amava. Io stessa avevo infine
dubbi se fossi chiamata o meno ad essere tutta di Dio)….e quel
desiderio di purezza fu di nuovo subito soffocato. All’età di 19
anni è arrivato il cosiddetto “grande amore”. Un ragazzo ‘del
mondo’, di strada, proveniente da un quartiere piuttosto disagiato
e povero della città, ma con un cuore grande, capace di amare senza
riserve. Tuttavia aveva già vissuto l’esperienza ‘matrimoniale’,
perciò non si faceva troppi scrupoli a cercare ‘contatto fisico’
che andasse oltre i gesti di tenerezza iniziali. Cedetti quasi
subito. Erano gli anni delle comitive, delle discoteche, dei
divertimenti sfrenati, delle uscite fino all’alba. Le amicizie
erano perlopiù mondane: non avevo testimonianze attorno di
‘verginità’ custodita. E persi cosi’ questo dono. Per sette
anni sono stata legata a lui…ma il nostro rapporto, come una
pianticella a cui si tira subito via il gambo, si era inquinato: la
sessualità era diventata compulsiva, io non sapevo più nemmeno se
fossi davvero innamorata, cosa volesse dire amare…e nel tempo si
aggiunse un’altra macchia: non mi creavo problemi ad accettare le
attenzioni anche di altri giovani o uomini, anche sposati! Avevo
imparato a sedurre, ad apparire! E a ferire. Li facevo innamorare e
poi..puf…sparivo. Troncavo tutto. Tornavo nel rifugio sicuro della
mia relazione ufficiale e duratura, tra le braccia di un uomo che
sapeva amarmi come volevo io. Vivevo nella menzogna, ero doppia e
incapace di amare.
Nel
frattempo studiavo con grande profitto e mi lanciavo pure nel
volontariato, perchè la voce di Dio che mi spingeva all’Amore
vero, al di più, in fondo bussava sempre al mio cuore indurito e
corrotto dalla vanità del mondo. Quel fidanzato innamorato e buono
col desiderio di sposarmi tuttavia diventava sempre più geloso
e possessivo. Anche perche’ un po’ per intuito un po’
perche’ glielo svelavo io presa dai sensi di colpa, veniva a sapere
tutto quello che combinavo e cio’ che si agitava nel mio cuore.
Nonostante tutto questo, cercavo sempre di ‘trascinarlo’
nelle ‘cose di Chiesa’ e lui, nonostante non fosse mai stato
‘catechizzato’ (non aveva ricevuto i sacramenti prima di
conoscermi! La famiglia era lontana da cammini di fede! Fece prima
comunione e cresima nei primi mesi che eravamo insieme) ha sempre
mostrato una certa sensibilità spirituale, un cuore buono e aperto.
Eppure…io non ero felice. A un certo punto, lui ha cominciato a non
approvare più il mio modo di fare chiesa, di fare volontariato…a
‘pressarmi’ anche sulle cose di Dio. Ho iniziato a pregare Dio di
farmi capire la mia strada, di farmi luce sulla scelta tra i vari
cammini nell’apostolato che avevo già sperimentato, di donarci un
cammino di fede comune. Un’amica ci invitò alle catechesi del
cammino neocatecumenale. Contro ogni aspettativa, quel ‘mio’
ragazzo apprezzò molto le catechesi…Dio stava iniziando a parlare
al suo cuore…. e così siamo entrati in cammino. Dopo pochi mesi di
cammino insieme, abbiamo fissato una data di nozze, abbiamo scelto di
viverci l’attesa nella castità prematrimoniale, che ho custodito
per Grazia di Dio per circa un anno. La castita’ è una grazia:
umanamente e’ impossibile. Siamo stati insieme a Lourdes ma,
nonostante la bellezza di quel viaggio, avvertivo ancora in me un
malessere strano…desideravo tornarci da sola…sentivo come una non
profonda convinzione di un eventuale matrimonio con lui. Dopo poco
piu’ di un anno di cammino neocatecumenale più o meno condiviso, è
arrivata una nuova crisi..sua, questa volta. Ho iniziato a pregare
intensamente. In particolare, ho pregato il Sacro manto in onore di
San Giuseppe…che facesse chiarezza su questo lungo rapporto
tormentato che non riuscivo a chiudere, anche per paura di restare
sola o del fallimento. Al termine dei trenta giorni di preghiere, lui
mi ha lasciata, trovandomi inaspettatamente pronta alla rottura. Ci
siamo lasciati nella pace! Ero commossa! Dopo nemmeno due mesi,
tuttavia, in cui mi ero nuovamente posta il dilemma della mia
vocazione….ho deciso di ‘rifare di testa mia’. La meta era
chiara, Dio mi parlava in ogni momento, ma la mia superbia era troppo
grande e così…per raggiungerla, anzichè seguire la via diritta…mi
sono fatta prendere dalle distrazioni. Il cammino verso le Alte
Vette..è diventato una salita faticosa e distratta! Ho conosciuto
una nuova “comitiva” di gente che amava la “bella vita” e in
essa…un nuovo ragazzo, con cui sono stata insieme per circa un
anno. Un colpo di fulmine. Avevo un vuoto e lo colmai al primo
sorriso di un viso carino. Abbiamo vissuto nuovamente una sessualità
disordinata. Ero sempre nervosa e agitata. Mi consideravo la sua
fidanzata e invece lui, dopo gli inizi di infatuazione, mi prendeva
in giro! Quante bugie! Anche con lui però, nonostante le menzogne e
i disaccordi, vidi manifestarsi la Grazia di Dio perchè in quei
mesi, seppure spesso di malavoglia, veniva a messa con me e a Pasqua
espresse il desiderio di confessarsi (pregai intensamente in
quel senso! Lui non praticava la Chiesa e i sacramenti da tempo! Non
ne voleva sapere nulla! E spesso bestemmiava e dileggiava la Chiesa e
Dio! Eppure..si confessò con me dai salesiani e ne uscì in lacrime:
un piccolo miracolo. La preghiera fa miracoli!). Ero entrata in un
vortice di amicizie “sbagliate”: continuavo a sentirmi doppia e
di conseguenza triste, nervosa, agitata, spenta, vuota. Stavo
perdendo le ricchezze di cui Dio mi aveva colmata negli anni! Dopo un
anno, trovai la forza di lasciarlo.
Ero
di nuovo serena perchè libera…ma anche..disperata. Ferita…ho di
nuovo ferito a mia volta. Subito..un altro “spasimante” ai miei
piedi che tuttavia nella mia insicurezza ero pronta a mollare.
Un circolo vizioso tremendo quando si è incapaci di amare veramente.
Avevo fatto solo pasticci nella vita affettiva! Non era ciò che Dio
aveva pensato per me da sempre! Ma Dio stava preparando il Suo
Disegno Stupendo per me! Era chiaro: mi voleva Salvare! E mi ha
dolcemente “presa per i capelli”. Sono andata a Medjugorje
nell’estate 2012 dopo aver chiesto a Maria di Fatima di decidere le
vacanze spirituali giuste per me e…lei mi ha voluta lì…in
Bosnia….ed eccomi a fine luglio col gruppo di Nuovi Orizzonti
Puglia al Mladifest, il festival dei Giovani. Ho sentito subito una
grande gioia, familiarità e una grande pace nello stare con loro. Il
messaggio del 2 agosto a Mirjana una delle veggenti è per me un
memoriale: durante l’apparizione ho pregato Maria di indicarmi la
via per seguire seriamente Gesù e portarlo agli altri, soprattutto
ai miei amici lontani. E lei ha risposto, con un richiamo forte ad
avere “cuori puri”. Ho pianto a dirotto. Subito dopo
quell’apparizione, l’iniziativa “Cuori Puri” che diffonde il
messaggio della castità prematrimoniale si è presentato davanti ai
miei occhi continuamente e per tutta la settimana che ero lì: prima
il volantino preso da Giulia, un’amica che aveva insistito perchè
andassimo a Medjugorje; poi sono stata alle testimonianze di Ania, la
‘promotrice’ dell’iniziativa Cuori Puri *www.cuoripuri.it*
ex modella convertita, e di Arianna… e le ho ascoltate tutto il
tempo piangendo..commossa, incredula…un tripudio di emozioni
ma anche uno scavare nel mio cuore da parte di Dio che mi voleva
convertire..e ho pensato subito che non era un caso. Dio e Maria mi
stavano di nuovo invitando alla castità e alla purezza di cuore!
“Beati i puri di cuore perchè vedranno Dio”! Ho provato una
grande gioia nel vedere e capire veramente quanto Sia Amata da sempre
da Dio! Era il 4 agosto: ho pensato subito a Betty, la ragazza
rimasta vergine durante il fidanzamento col mio attuale marito,
volata in Cielo a causa di un incidente mentre tornava dal
campo animatori salesiano, incidente avvenuto proprio in quel giorno
estivo di dieci anni prima! Da allora, ‘nuovi orizzonti’ si sono
aperti davanti a me: ho ritrovato il desiderio di vivere in
pienezza e in purezza, di ritornare a Dio con tutto il cuore e di
avere un fidanzamento cristiano. Dio voleva aiutarmi:
contemporaneamente sono stata assunta con un lavoro a tempo
indeterminato presso l’istituto delle suore salesiane, un ambiente
“protetto” in cui poter ritrovare e riprendere il mio rapporto
con il Signore del Creato. Mi rifugiavo spesso nella Cappella
dell’Istituto tra una lezione e l’altra. Nella preghiera ho
deciso di prendere l’impegno di vivere un fidanzamento IN CASTITA’.
Quindici giorni dopo questa promessa (un piccolo passo possibile che
mi chiedeva Dio, col Suo Aiuto) è arrivato l’incontro con
Francesco, che è diventato poi mio marito, finalmente l’uomo per
me, lungamente atteso e desiderato. Prima di allora ci eravamo
‘intravisti’ solo in pochissime occasioni: al funerale di Betty
dieci anni prima; in ritiri dell’oratorio salesiano delle Fma;
nella mia parrocchia di origine in cui lui si era inserito come
supporto ai canti con la chitarra per qualche mese – e in
quell’occasione mi fu detto che era fidanzato da tanti anni con una
ragazza di un’altra città, perciò a distanza, ma lei in continua
crisi e dubbi, esattamente quello che vivevo anche io in quel
momento con il mio fidanzato: una strana ‘Dio-incidenza’.
I
nostri primi incontri “fatali”, che ci hanno portato poi al
matrimonio, sono stati ai cenacoli – gruppi di preghiera per e di
‘Nuovi Orizzonti’. Nello stesso periodo sono arrivate le
partecipazioni alle evangelizzazioni nelle case e le missioni di
strada, con N.O. e con le suore salesiane di Don Bosco, spiritualità
a cui apparteneva mio marito da quasi vent’anni (è salesiano
cooperatore. La nostra famiglia ha una forte genesi salesiana). Dio
ci stava donando una nuova possibilità di tornare al Suo Amore e al
Suo servizio, nonostante le nostre infedelta’ e dopo i nostri tanti
idoli e Baal (Osea 2, 21-22). Dio è fedele alle Sue Promesse.
La
scelta del matrimonio è arrivata nel giro di pochi mesi: un
desiderio fortissimo che andava ben oltre l’attrazione fisica! Un
senso di “familiarità” avvertito dal primo incrocio di sguardi
con Francesco. Ci sentimmo da subito entrambi “a casa”. Venivamo
da “esperienze” ed “errori” simili, cercavamo gli stessi
valori, guardavamo alla stessa meta e nella stessa direzione. Nei
nostri cuori erano sbocciati subito sentimenti belli, sani, segnali
di una melodia dolce, non assordante, che ci faceva danzare con gli
stessi passi…come una musica classica. L’ amore vero si manifesta
cosi’ e vince la paura!
Oggi
sono moglie e mamma, felicemente mamma! Anche se non è sempre facile
perchè ci vuole allenamento continuo dopo abitudini affettive
disordinate e ci vuole sempre il sostegno della Sua Grazia, cerco di
essere attenta a vivere una sessualità secondo il pensiero di Dio,
di piacere a Lui, con una sessualità matura, sacra così come Dio
l’ha creata e voluta da sempre. Una sessualità che si fa dono ed è
aperta alla vita, in cui sperimentare la Vera Libertà e la Vera
Gioia!
Ho
vissuto sia l’impurità sia la castità nel fidanzamento e posso
testimoniare la differenza! La castità, che non è solo purezza
degli atti ma anche del cuore e dei pensieri, è un dono
enorme! L’impurità o meglio la sessualità disordinata
vissuta non secondo Dio e prima dei tempi da lui stabiliti invece
rende schiavi, incatena nella lussuria, rende egoisti, chiude il
cuore, usa l’altro e lo rende oggetto di piacere, è capace di
lasciare ferite profondissime nell’anima propria e altrui. Guarire
il cuore poi si rivela un percorso doloroso e faticoso (ma non
impossibile). Dire “ma noi ci amiamo, non c’è niente di male!”
è un inganno spaventoso. La sessualità fuori e prima del matrimonio
o contro il volere di Dio (fornicazione, masturbazione) è un peccato
che fa precipitare anche lentamente e inconsapevolmente negli inferi:
brucia le tappe, strappa la pianta sul nascere, non fa crescere
l’Amore, non lo fa maturare, non dà spazio alla conoscenza vera e
al rispetto reciproco, altera la percezione dell’altro, usa l’altro
come oggetto di piacere, rende compulsivi! Ci si ritrova spesso
vuoti, soli e incapaci di amare veramente, nella liberta’! Finchè
vivevo questo tipo di sessualità compulsiva infatti non riuscivo a
fare chiarezza in me, a dare una risposta vera a travagli
e paure, non mi conoscevo veramente, non facevo crescere la mia
capacità di amare, avevo sempre dubbi sui veri sentimenti che
provavo nei confronti del mio fidanzato e non ero mai sicura di
volermi sposare perchè l’amore in fondo non era maturo e
illuminato abbastanza dalla Grazia di Dio! La castità ci e mi ha
permesso di fare luce, chiarezza e verità, prima di tutto dentro noi
stessi, senza avere più l’alterazione della passione dei sensi che
confonde tutto. Grazie alla castità e alla giusta distanza fisica ho
potuto vedere le mie relazioni così com’erano veramente ..nella
loro cruda realtà…cosa ci univa veramente e cosa mancava … e a
fare le scelte giuste poi, con consapevolezza e pace nel cuore. Dio è
stato chiaro su questo dono immenso che è il sesso. La Chiesa nel
suo magistero e nella Sua Sapienza di MADRE ci ha lasciato un
comandamento importantissimo per la nostra vita, che non vuol essere
una norma che incatena ma anzi uno strumento che libera! Amare col
cuore puro vuol dire Amare come vuole Dio: nella pienezza, nella
libertà, nella donazione totale di sè. E’ anche qui il segreto
della Felicità.
IL BLOG DI CLAUDIA http://vivereinpienezza.altervista.org/
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