venerdì 31 marzo 2017

LA TESTIMONIANZA DI CLAUDIA - Un CUORE PURO: essere pienamente se stessi…liberi e felici nella Verità

«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato»
(Ger 1,5).
Così mi ha parlato Dio in un momento di ‘crisi’ personale e affettiva. Avevo voluto ‘fare di testa mia’: volevo avere io il controllo della mia vita, scegliere dove e come cercare la felicita’, decidere divertimenti, affetti, amici e fidanzati. Non volevo piu’ fidarmi di Dio e affidarmi a Lui. Il mio “io” al centro e al posto di Dio. Nonostante il Padre Papino non mi avesse mai abbandonata e avesse disseminato il mio cammino di piccoli ‘profeti’ e apostoli del Suo Amore che mi richiamavano alle Sue Vie, la mia libertà interiore scalpitava per imporre dentro di me tutte le presunzioni e l’orgoglio del mio ‘ego’.
Sono nata e cresciuta in una famiglia cristiana cattolica praticante, che ha sempre cercato di avvicinarmi ai valori della fede e alla Chiesa. Sono una gemella monozigote, ovvero sono stata concepita contemporaneamente a mia sorella Cristina, seconde figlie arrivate dopo quattro anni e mezzo dalla prima figlia. Mi piace pensare a me e a mia sorella come a un segno di Grazia e benedizione per i miei genitori. I medici erano stati chiari e drastici con mia mamma, che aveva avuto una complicanza dopo il parto gemellare, l’eclampsia in seguito a gestosi: uno stato che l’aveva costretta a stare lontana da noi proprio nei nostri primi 11 giorni di vita, sotto osservazione medica: “Avere altri figli in queste condizioni di salute sarebbe troppo sconsiderato e rischioso per la sua vita!”. Lei…Noi gemelle…eravamo state – a detta dei medici stessi – miracolate!  I danni da eclampsia sarebbero potuti essere gravissimi e irreversibili! E invece non ci furono conseguenze. Un miracolo! Cosi’ essi nella loro razionalità, costretti dalla paura ma soprattutto da un forte senso di responsabilità erano stati attenti nel ‘decidere’ quanti figli avere e…avevano deciso di non avere più di due figli (….e invece siamo in tre!!!).
La Parola di Geremia è risuonata in un periodo in cui non mi stimavo più come persona! Avevo superato abbondantemente l’adolescenza ma mi ero procurata cosi’ tante ferite che non ero capace di perdonarmi e perdonare. Avevo il cuore chiuso. E invece Dio mi voleva far capire in tutti i modi che Gli appartenevo da sempre!
Da sempre ho cercato Dio nella mia vita e….devo dire che… Dio ‘parla’ alla mia vita da sempre!
Sono ‘cresciuta’ spiritualmente nella parrocchia San Pio X di Taranto, la chiesa “di origine” del mio papà, vicino quella che è diventata poi casa dei miei genitori. Ho frequentato prima il catechismo e poi l’Azione Cattolica…con grande entusiasmo. All’età di 17 anni sono diventata catechista, dopo aver fatto formazione/scuola di base con alcune Missionarie della Parola di Dio (consacrate laiche di un istituto secolare aderente alla Spiritualità minima di San Francesco da Paola, in cui mia mamma si era formata da giovane,  chiamata – poco prima di conoscere il mio papà – a iniziare un’esperienza come laica consacrata, assieme a un gruppetto di amiche catechiste – lei era ed è anche organista in parrocchia – nel medesimo istituto secolare diocesano su citato. Poi scelse il matrimonio e la famiglia!). Nel ‘fare catechismo’ ai fanciulli si è delineata per la prima volta la mia chiamata all’apostolato, ad annunciare agli altri, ai piccoli nella fede e nell’età, le Meraviglie di Dio. Dopo tre anni da catechista tuttavia decisi poi di lasciare per gli impegni di studio e di lavoro che nel frattempo avevo intrapreso con profitto e passione. Chiesi a Dio di indicarmi un’altra strada, meno impegnativa ma pur sempre a servizio della Chiesa. Sono entrata così nell’Ufficio missionario diocesano, come collaboratrice nell’animazione e nella stampa: nel frattempo,infatti, ho cominciato anche a coltivare la mia passione giornalistica come collaboratrice di Radio Cittadella e poi di ‘Nuovo Dialogo’, grazie al quale ho conseguito infine il tesserino da pubblicista.
Non sono mancati in questi primi anni giovanili i campi scuola vocazionali: i primi, con l’istituto secolare delle MpD (lo stesso che aveva segnato la giovinezza di mia mamma!). Durante uno di questi ritiri, una Parola di Dio risuonò alle mie orecchie costantemente: ‘Ti farò mia sposa per sempre’ (Osea).
Il 2009 è stato un anno “particolare”: a settembre decido di partire come volontaria della Caritas diocesana tra i terremotati dell’Aquila, reduci dal dramma del 6 aprile. In quella settimana di “servizio” agli ultimi ho sperimentato la Parola di Dio che dice “da questo riconosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni gli altri”. Nello stesso anno partecipo a un campo di discernimento vocazionale con le suore salesiane Fma, a Sant’Agnello di Sorrento. Ero piu’ grande e consapevole. Ero fidanzata ma non volevo sposarmi. Lo slogan era: ‘Perchè la vostra gioia sia piena’. Da allora il versetto di Giovanni è stato per me una folgorazione, non mi ha più lasciata.
Queste due Parole di Dio appena citate, Vangelo di Giovanni e il Profeta Osea, le ho ritrovate misteriosamente nella mia vita in tanti momenti impensabili, durante incontri di preghiera, in un momento “personale” con Dio alla Gmg di Madrid 2011, dopo alcune Confessioni ‘speciali’, ecc. ecc. Inoltre stringevo spesso amicizia con ragazze che vivevano i miei stessi dubbi vocazionali, le stesse paure e si ponevano la questione della chiamata alla vita consacrata o della scelta cristiana del proprio stato di vita. Volevo fare discernimento. E scegliere “bene”, con gioia e senza paura, non “per ripiego”. Chiedevo consiglio sulla mia vocazione a diversi consacrati, sacerdoti e religiose, a cui aprivo il mio cuore e raccontavo la mia storia e la mia interiorita’, la mia irrequietezza, senza remore e difese. E tutti mi accompagnavano con delicatezza, avendo pero’ come denominatore comune la risposta per cui dovevo essere io a scoprire la mia chiamata, con Dio, in un rapporto intimo e speciale con Lui….. e non perché “me lo dicevano le suore”. Tante erano le Dio-incidenze che mi facevano sentire in ogni caso Amata da Lui, dal Cielo! DIO stava preparando la strada….!
A queste esperienze spirituali molto belle e forti si aggiungeva tuttavia una vita affettiva non proprio sana….e spesso travagliata.  Sono stata fidanzata diverse volte e per lungo tempo ma sono stati sempre rapporti non puri e piuttosto tormentati…. e tutti i miei desideri sani e santi venivano puntualmente soffocati. Sentivo un vuoto costante nella mia vita affettiva e cercavo di riempirlo ricercando sempre nuove amicizie e nuovi spasimanti, non trascurando mai la fisicità anche impura nei rapporti con gli altri. Cercavo sempre i consensi e le approvazioni degli amici! Da gemella forse cercavo sempre il mio ‘doppio’ (mia sorella si è sposata molto prima di me andando a vivere fuori dalla nostra città e cambiando confessione religiosa per seguire il marito e formare famiglia – da cattolica a cristiana evangelica: scelte drastiche precedute da non pochi travagli..nel giro di poco tempo). O forse..c’era semplicemente un ‘di più’ che voleva manifestarsi alla Mia vita da sempre ma per paura o per ignoranza o per orgoglio..non aprivo “quella” porta. Cosi’ ho spesso cercato di placare la mia sete di felicità autentica nei paradisi artificiali ovvero nelle felicità false e apparenti proposte dal mondo (pub, locali mondani, feste, discoteche, musica assordante, orari notturni, amicizie di tutti i tipi, sesso fuori dal matrimonio).
All’età di 17 anni, il primo fidanzatino. Era un ragazzo della parrocchia. Pensavo nella mia ingenuità che fosse l’uomo della mia vita, destinato per me da sempre. Già allora non accettavo l’idea di un eventuale fallimento nella mia vita! Con lui decisi di restare vergine. Ero stata al funerale di Betty, una ragazza di soli 20 anni, all’epoca fidanzata con mio marito Francesco, deceduta in seguito a un terribile incidente stradale mentre tornava da un camposcuola salesiano su un pullmino assieme ad altri amici e allo stesso mio marito.  Ascoltando l’omelia del prete alla messa di saluto gremita di giovani, le sue parole che ne decantavano la purezza e la verginità …che si evinceva dal suo ‘sorriso’, mi ero subito decisa: voglio essere anche io così, voglio vivere anche io così il mio fidanzamento! Lo comunicai a quel primo fidanzatino, che era un ragazzo buono come il pane… e piuttosto volenteroso di “assecondarmi”. Ma poi qualche atto impuro, la curiosita’ di scoprirsi bruciando tutte le tappe, comincio’ a inquinare il rapporto. Altre storielle di affettivita’ e fisicità adolescenziale seguirono alla prima delusione d’amore (lui mi lasciò per motivi non chiarissimi: aveva dubbi e tante paure….voleva cercare la sua strada, non sapeva se mi amava. Io stessa avevo infine dubbi se fossi chiamata o meno ad essere tutta di Dio)….e quel desiderio di purezza fu di nuovo subito soffocato. All’età di 19 anni è arrivato il cosiddetto “grande amore”. Un ragazzo ‘del mondo’, di strada, proveniente da un quartiere piuttosto disagiato e povero della città, ma con un cuore grande, capace di amare senza riserve. Tuttavia aveva già vissuto l’esperienza ‘matrimoniale’, perciò non si faceva troppi scrupoli a cercare ‘contatto fisico’ che andasse oltre i gesti di tenerezza iniziali. Cedetti quasi subito. Erano gli anni delle comitive, delle discoteche, dei divertimenti sfrenati, delle uscite fino all’alba. Le amicizie erano perlopiù mondane: non avevo testimonianze attorno di ‘verginità’ custodita. E persi cosi’ questo dono. Per sette anni sono stata legata a lui…ma il nostro rapporto, come una pianticella a cui si tira subito via il gambo, si era inquinato: la sessualità era diventata compulsiva, io non sapevo più nemmeno se fossi davvero innamorata, cosa volesse dire amare…e nel tempo si aggiunse un’altra macchia: non mi creavo problemi ad accettare le attenzioni anche di altri giovani o uomini, anche sposati! Avevo imparato a sedurre, ad apparire! E a ferire. Li facevo innamorare e poi..puf…sparivo. Troncavo tutto. Tornavo nel rifugio sicuro della mia relazione ufficiale e duratura, tra le braccia di un uomo che sapeva amarmi come volevo io. Vivevo nella menzogna, ero doppia e incapace di amare.
Nel frattempo studiavo con grande profitto e mi lanciavo pure nel volontariato, perchè la voce di Dio che mi spingeva all’Amore vero, al di più, in fondo bussava sempre al mio cuore indurito e corrotto dalla vanità del mondo. Quel fidanzato innamorato e buono col desiderio di sposarmi tuttavia diventava sempre più geloso e possessivo. Anche perche’ un po’ per intuito un po’ perche’ glielo svelavo io presa dai sensi di colpa, veniva a sapere tutto quello che combinavo e cio’ che si agitava nel mio cuore. Nonostante tutto questo, cercavo sempre di ‘trascinarlo’ nelle ‘cose di Chiesa’ e lui, nonostante non fosse mai stato ‘catechizzato’ (non aveva ricevuto i sacramenti prima di conoscermi! La famiglia era lontana da cammini di fede! Fece prima comunione e cresima nei primi mesi che eravamo insieme) ha sempre mostrato una certa sensibilità spirituale, un cuore buono e aperto. Eppure…io non ero felice. A un certo punto, lui ha cominciato a non approvare più il mio modo di fare chiesa, di fare volontariato…a ‘pressarmi’ anche sulle cose di Dio. Ho iniziato a pregare Dio di farmi capire la mia strada, di farmi luce sulla scelta tra i vari cammini nell’apostolato che avevo già sperimentato, di donarci un cammino di fede comune. Un’amica ci invitò alle catechesi del cammino neocatecumenale. Contro ogni aspettativa, quel ‘mio’ ragazzo apprezzò molto le catechesi…Dio stava iniziando a parlare al suo cuore…. e così siamo entrati in cammino. Dopo pochi mesi di cammino insieme, abbiamo fissato una data di nozze, abbiamo scelto di viverci l’attesa nella castità prematrimoniale, che ho custodito per Grazia di Dio per circa un anno. La castita’ è una grazia: umanamente e’ impossibile. Siamo stati insieme a Lourdes ma, nonostante la bellezza di quel viaggio, avvertivo ancora in me un malessere strano…desideravo tornarci da sola…sentivo come una non profonda convinzione di un eventuale matrimonio con lui. Dopo poco piu’ di un anno di cammino neocatecumenale più o meno condiviso, è arrivata una nuova crisi..sua, questa volta. Ho iniziato a pregare intensamente. In particolare, ho pregato il Sacro manto in onore di San Giuseppe…che facesse chiarezza su questo lungo rapporto tormentato che non riuscivo a chiudere, anche per paura di restare sola o del fallimento. Al termine dei trenta giorni di preghiere, lui mi ha lasciata, trovandomi inaspettatamente pronta alla rottura. Ci siamo lasciati nella pace! Ero commossa! Dopo nemmeno due mesi, tuttavia, in cui mi ero nuovamente posta il dilemma della mia vocazione….ho deciso di ‘rifare di testa mia’. La meta era chiara, Dio mi parlava in ogni momento, ma la mia superbia era troppo grande e così…per raggiungerla, anzichè seguire la via diritta…mi sono fatta prendere dalle distrazioni. Il cammino verso le Alte Vette..è diventato una salita faticosa e distratta! Ho conosciuto una nuova “comitiva” di gente che amava la “bella vita” e in essa…un nuovo ragazzo, con cui sono stata insieme per circa un anno. Un colpo di fulmine. Avevo un vuoto e lo colmai al primo sorriso di un viso carino. Abbiamo vissuto nuovamente una sessualità disordinata. Ero sempre nervosa e agitata. Mi consideravo la sua fidanzata e invece lui, dopo gli inizi di infatuazione, mi prendeva in giro! Quante bugie! Anche con lui però, nonostante le menzogne e i disaccordi, vidi manifestarsi la Grazia di Dio perchè in quei mesi, seppure spesso di malavoglia, veniva a messa con me e a Pasqua espresse il desiderio di confessarsi (pregai intensamente in quel senso! Lui non praticava la Chiesa e i sacramenti da tempo! Non ne voleva sapere nulla! E spesso bestemmiava e dileggiava la Chiesa e Dio! Eppure..si confessò con me dai salesiani e ne uscì in lacrime: un piccolo miracolo. La preghiera fa miracoli!). Ero entrata in un vortice di amicizie “sbagliate”: continuavo a sentirmi doppia e di conseguenza triste, nervosa, agitata, spenta, vuota. Stavo perdendo le ricchezze di cui Dio mi aveva colmata negli anni! Dopo un anno, trovai la forza di lasciarlo.
Ero di nuovo serena perchè libera…ma anche..disperata. Ferita…ho di nuovo ferito a mia volta. Subito..un altro “spasimante” ai miei piedi che tuttavia nella mia insicurezza ero pronta a mollare.  Un circolo vizioso tremendo quando si è incapaci di amare veramente. Avevo fatto solo pasticci nella vita affettiva! Non era ciò che Dio aveva pensato per me da sempre! Ma Dio stava preparando il Suo Disegno Stupendo per me! Era chiaro: mi voleva Salvare! E mi ha dolcemente “presa per i capelli”. Sono andata a Medjugorje nell’estate 2012 dopo aver chiesto a Maria di Fatima di decidere le vacanze spirituali giuste per me e…lei mi ha voluta lì…in Bosnia….ed eccomi a fine luglio col gruppo di Nuovi Orizzonti Puglia al Mladifest, il festival dei Giovani. Ho sentito subito una grande gioia, familiarità e una grande pace nello stare con loro. Il messaggio del 2 agosto a Mirjana una delle veggenti è per me un memoriale: durante l’apparizione ho pregato Maria di indicarmi la via per seguire seriamente Gesù e portarlo agli altri, soprattutto ai miei amici lontani. E lei ha risposto, con un richiamo forte ad avere “cuori puri”. Ho pianto a dirotto. Subito dopo quell’apparizione, l’iniziativa “Cuori Puri” che diffonde il messaggio della castità prematrimoniale si è presentato davanti ai miei occhi continuamente e per tutta la settimana che ero lì: prima il volantino preso da Giulia, un’amica che aveva insistito perchè andassimo a Medjugorje; poi sono stata alle testimonianze di Ania, la ‘promotrice’ dell’iniziativa Cuori Puri *www.cuoripuri.it* ex modella convertita, e di Arianna… e le ho ascoltate tutto il tempo piangendo..commossa, incredula…un tripudio di emozioni ma anche uno scavare nel mio cuore da parte di Dio che mi voleva convertire..e ho pensato subito che non era un caso. Dio e Maria mi stavano di nuovo invitando alla castità e alla purezza di cuore! “Beati i puri di cuore perchè vedranno Dio”! Ho provato una grande gioia nel vedere e capire veramente quanto Sia Amata da sempre da Dio! Era il 4 agosto: ho pensato subito a Betty, la ragazza rimasta vergine durante il fidanzamento col mio attuale marito, volata in Cielo a causa di un incidente mentre tornava dal campo animatori salesiano, incidente avvenuto proprio in quel giorno estivo di dieci anni prima! Da allora, ‘nuovi orizzonti’ si sono aperti davanti a me: ho ritrovato il desiderio di vivere in pienezza e in purezza, di ritornare a Dio con tutto il cuore e di avere un fidanzamento cristiano. Dio voleva aiutarmi: contemporaneamente sono stata assunta con un lavoro a tempo indeterminato presso l’istituto delle suore salesiane, un ambiente “protetto” in cui poter ritrovare e riprendere il mio rapporto con il Signore del Creato. Mi rifugiavo spesso nella Cappella dell’Istituto tra una lezione e l’altra. Nella preghiera ho deciso di prendere l’impegno di vivere un fidanzamento IN CASTITA’. Quindici giorni dopo questa promessa (un piccolo passo possibile che mi chiedeva Dio, col Suo Aiuto) è arrivato l’incontro con Francesco, che è diventato poi mio marito, finalmente l’uomo per me, lungamente atteso e desiderato. Prima di allora ci eravamo ‘intravisti’ solo in pochissime occasioni: al funerale di Betty dieci anni prima; in ritiri dell’oratorio salesiano delle Fma; nella mia parrocchia di origine in cui lui si era inserito come supporto ai canti con la chitarra per qualche mese – e in quell’occasione mi fu detto che era fidanzato da tanti anni con una ragazza di un’altra città, perciò a distanza, ma lei in continua crisi e dubbi, esattamente quello che vivevo anche io in quel momento con il mio fidanzato: una strana ‘Dio-incidenza’.
I nostri primi incontri “fatali”, che ci hanno portato poi al matrimonio, sono stati ai cenacoli – gruppi di preghiera per e di ‘Nuovi Orizzonti’. Nello stesso periodo sono arrivate le partecipazioni alle evangelizzazioni nelle case e le missioni di strada, con N.O. e con le suore salesiane di Don Bosco, spiritualità a cui apparteneva mio marito da quasi vent’anni (è salesiano cooperatore. La nostra famiglia ha una forte genesi salesiana). Dio ci stava donando una nuova possibilità di tornare al Suo Amore e al Suo servizio, nonostante le nostre infedelta’ e dopo i nostri tanti idoli e Baal (Osea 2, 21-22). Dio è fedele alle Sue Promesse.
La scelta del matrimonio è arrivata nel giro di pochi mesi: un desiderio fortissimo che andava ben oltre l’attrazione fisica! Un senso di “familiarità” avvertito dal primo incrocio di sguardi con Francesco. Ci sentimmo da subito entrambi “a casa”. Venivamo da “esperienze” ed “errori” simili, cercavamo gli stessi valori, guardavamo alla stessa meta e nella stessa direzione. Nei nostri cuori erano sbocciati subito sentimenti belli, sani, segnali di una melodia dolce, non assordante, che ci faceva danzare con gli stessi passi…come una musica classica. L’ amore vero si manifesta cosi’ e vince la paura!
Oggi sono moglie e mamma, felicemente mamma! Anche se non è sempre facile perchè ci vuole allenamento continuo dopo abitudini affettive disordinate e ci vuole sempre il sostegno della Sua Grazia, cerco di essere attenta a vivere una sessualità secondo il pensiero di Dio, di piacere a Lui, con una sessualità matura, sacra così come Dio l’ha creata e voluta da sempre. Una sessualità che si fa dono ed è aperta alla vita, in cui sperimentare la Vera Libertà e la Vera Gioia!
 Ho vissuto sia l’impurità sia la castità nel fidanzamento e posso testimoniare la differenza! La castità, che non è solo purezza degli atti ma anche del cuore e dei pensieri, è un dono enorme! L’impurità o meglio la sessualità disordinata vissuta non secondo Dio e prima dei tempi da lui stabiliti invece rende schiavi, incatena nella lussuria, rende egoisti, chiude il cuore, usa l’altro e lo rende oggetto di piacere, è capace di lasciare ferite profondissime nell’anima propria e altrui. Guarire il cuore poi si rivela un percorso doloroso e faticoso (ma non impossibile). Dire “ma noi ci amiamo, non c’è niente di male!” è un inganno spaventoso. La sessualità fuori e prima del matrimonio o contro il volere di Dio (fornicazione, masturbazione) è un peccato che fa precipitare anche lentamente e inconsapevolmente negli inferi: brucia le tappe, strappa la pianta sul nascere, non fa crescere l’Amore, non lo fa maturare, non dà spazio alla conoscenza vera e al rispetto reciproco, altera la percezione dell’altro, usa l’altro come oggetto di piacere, rende compulsivi! Ci si ritrova spesso vuoti, soli e incapaci di amare veramente, nella liberta’! Finchè vivevo questo tipo di sessualità compulsiva infatti non riuscivo a fare chiarezza in me, a dare una risposta vera a travagli e paure, non mi conoscevo veramente, non facevo crescere la mia capacità di amare, avevo sempre dubbi sui veri sentimenti che provavo nei confronti del mio fidanzato e non ero mai sicura di volermi sposare perchè l’amore in fondo non era maturo e illuminato abbastanza dalla Grazia di Dio! La castità ci e mi ha permesso di fare luce, chiarezza e verità, prima di tutto dentro noi stessi, senza avere più l’alterazione della passione dei sensi che confonde tutto. Grazie alla castità e alla giusta distanza fisica ho potuto vedere le mie relazioni così com’erano veramente ..nella loro cruda realtà…cosa ci univa veramente e cosa mancava … e a fare le scelte giuste poi, con consapevolezza e pace nel cuore. Dio è stato chiaro su questo dono immenso che è il sesso. La Chiesa nel suo magistero e nella Sua Sapienza di MADRE ci ha lasciato un comandamento importantissimo per la nostra vita, che non vuol essere una norma che incatena ma anzi uno strumento che libera! Amare col cuore puro vuol dire Amare come vuole Dio: nella pienezza, nella libertà, nella donazione totale di sè. E’ anche qui il segreto della Felicità.


IL BLOG DI CLAUDIA http://vivereinpienezza.altervista.org/ 

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