martedì 16 maggio 2017

"SALUTO ALLA VERGINE":RITRATTO FRANCESCANO DI MARIA.


Ho sempre ammirato la perfezione quasi fotografica dei dipinti fiamminghi del XV e XVI secolo; di questi dipinti, in particolare, mi ha sempre colpito la minuziosa descrizione che gli autori fanno delle scene raffigurate: ogni particolare, ogni oggetto raffigurato ci parla e ci racconta qualcosa della vita dei personaggi che vengono dipinti.
Allo stesso modo, mi piace immaginare S. Francesco che, con pennello e tavolozza, si mette a dipingere il ritratto di Maria Vergine: nella preghiera “Saluto alla Vergine”Francesco ritrae la Vergine attraverso sei sostantivi, sei parole che, quasi come nelle cinquecentesche tele fiamminghe, ci raccontano e ci descrivono lo splendore della figura di Maria santissima.
Ave, suo palazzo”, ci racconta del modo in cui Maria si è fatta custode del Mistero di Dio fatto uomo. Maria è diventata baluardo, fortezza di un Mistero che era più grande di Lei ma di cui proprio Lei diventa custode affidandosi totalmente alla volontà di Dio padre. Sull’esempio di Maria, anche noi, oggi, possiamo essere “suo palazzo” quando custodiamo nel profondo del nostro cuore l’insondabilità di un Mistero che, ogni giorno, si fa carne e si rivela nella nostra vita giorno dopo giorno.
Ave, suo tabernacolo”, ci richiama all’Eucarestia, al corpo di Cristo donato, offerto per salvarci dai nostri peccati. Dio, attraverso l’azione dello Spirito Santo, ha trasformato Maria in un “tabernacolo” aperto nel donarci il corpo di Cristo crocifisso per salvarci e renderci fratelli, figli ed eredi di Dio padre. Maria ci insegna la Comunione perché è in Lei, “suo tabernacolo”, che possiamo trovare e contemplare il “pane di vita” spezzato e condiviso per la nostra salvezza. Allora, anche noi, come Maria, possiamo diventare “suo tabernacolo” ogni volta che ci facciamo promotori di comunione verso i nostri fratelli nella condivisione, nel dono e nel sacrificio di noi stessi, sull’esempio di Gesù che ha sacrificato se stesso per noi.
Ave, sua casa”, ci parla di famiglia, di amore fraterno. Maria è “casa” perché, tra le sue braccia, possiamo riscoprire l’Amore di Dio padre che accoglie, che perdona, che dona misericordia. Attraverso Maria, arriviamo al Padre: Ella intercede per noi perché conosce l’Amore infinito di Dio che non ci abbandona mai. Quando accogliamo il prossimo come nostro fratello, quando perdoniamo, quando usiamo misericordia, allora, come Maria, possiamo diventare “casa” di Dio.
Ave, suo vestimento”, ci mostra la Bellezza. Maria è “vestimento” di Dio perché in lei possiamo vedere la bellezza dello splendore dell’Amore divino. Maria, con il suo sì all’annuncio dell’Angelo, nella sua obbedienza a Dio, non solo ha permesso allo Spirito Santo di generare in lei Gesù, ma si è anche lasciata trasformare dalla potenza divina che l’ha resa specchio perfetto della bellezza di Dio, dello splendore del Suo Amore. Maria è la “tutta bella”, è colei che ci mostra ciò che siamo chiamati anche noi ad essere, ciò che saremo quando contempleremo l’Amore di Dio. Anche noi possiamo essere “vestimento” ogni volta che lasciamo operare Dio in noi, lasciamo trasformare la nostra vita da Lui perché sia esempio di autentica bellezza, perché sia splendente di quell’Amore che si fa testimonianza ad ogni persona che incontriamo sul nostro cammino.
Ave, sua ancella”, ci richiama al servizio. Maria è ancella umile e obbediente di fronte a Dio … Lei che, con il suo “eccomi”, si è messa pienamente al servizio del progetto di Amore di Dio. Maria ci insegna che servire è il modo in cui si realizza in noi la chiamata di Dio all’Amore. Ogni volta che ci mettiamo al servizio degli ultimi, dei più deboli , di chi soffre, diventiamo servi/ancelle di quell’Amore che, ogni giorno, Dio riversa su di noi; servire è la modalità che il Signore ci offre per realizzare a pieno la nostra vita … è la modalità che Gesù dalla croce affida a Maria: “Madre, ecco tuo figlio” non affida a Maria soltanto l’amato discepolo Giovanni, ma affida a Maria tutta l’umanità per la quale Lei, umile ancella, si mette al servizio intercedendo ogni giorno per noi presso il Padre, indicandoci in ogni momento la via per soddisfare il nostro desiderio di infinito, il nostro desiderio di eternità, il nostro desiderio di Dio.
Ave, sua Madre”, infine, raccoglie in sé tutto ciò che fin’ora è stato descritto. Maria è madre perché ha generato Gesù, perché lo ha custodito come “suo palazzo”, perché, “suo tabernacolo”, ha donato a noi il corpo crocifisso del figlio, pane spezzato, nutrimento della nostra vita, perché, nel suo abbraccio materno, ci rende familiari di Dio mostrandoci il Suo Amore infinito, perché, come “suo vestimento”, ci regala la bellezza che trasforma la nostra vita e la rende feconda, perché, “sua ancella”, ci insegna che servire il prossimo come un fratello è la modalità per realizzare a pieno la nostra vita, per soddisfare a pieno il nostro bisogno di amore, il nostro bisogno di Dio.
Il ritratto di Maria è, così, terminato. Francesco, riposti pennello e tavolozza, ci consegna questo bellissimo dipinto perché, guardando in esso i lineamenti, i caratteri, le virtù di Maria, possiamo vedere in Lei l’esempio più perfetto di ciò che l’Amore di Dio può realizzare nella vita di ogni uomo. Spetta a noi rispondere, come Maria: “Eccomi!”


(Paolo)



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