sabato 31 gennaio 2015

IV Domenica del Tempo Ordinario - «Taci! Esci da quell'uomo»


Le letture di oggi sono come uno sguardo su Cristo. Facciamolo nostro e ci farà tanto bene.
La prima lettura ci presenta Cristo atteso. Mosè annuncia: «Il Signore susciterà un profeta. A lui darete ascolto».

Il popolo d’Israele per quasi due millenni è vissuto attorno a questa speranza. Gesù infatti è l’unico personaggio della storia, la cui verità sia stata predetta da persone diverse in secoli diversi. E’ un fatto che garantisce l’unicità’ di Cristo e mette in una luce ragionevole il nostro atto di fede in lui.

Il Vangelo invece presenta Gesù venuto, e descrive lo stupore che la gente prova davanti alla sua parola. Tutti dicono: «Parla in maniera diversa dagli altri. Parla come uno che ha autorità». La gente sentiva in Cristo una parola mai udita prima di lui.

Oggi la parola di Cristo suscita le medesime reazioni: si avverte nel Vangelo una libertà, una sicurezza, una novità, un ottimismo che non si trova altrove. La parola di Cristo è una parola diversa da tutte le altre, perché è parola che viene da Dio.
Se fossimo convinti di questo, sfrutteremmo ogni momento per leggere e ascoltare la parola di Gesù e la preferiremmo a tutti e a tutto.

Cristo non stupisce soltanto con la parola, ma anche con le sue opere. Per questo l’evangelista racconta un miracolo di guarigione: la liberazione di una persona dal demonio.
Secondo il Vangelo il demonio non è un simbolo, ma è una persona realissima e orientata liberamente contro Dio.
Purtroppo molti dicono che il demonio non c’è; e per certi aspetti fa comodo pensare che non esista. Ma il Vangelo è troppo chiaro: e su simili questioni soltanto la parola di Dio può dire qualcosa di sicuro e definitivo.
Il Vangelo fa notare che l’uomo posseduto dal demonio frequentava la sinagoga, cioè il luogo ufficiale della preghiera. Questa notizia, riportata dal Vangelo, ci ricorda che non esiste luogo, che possa automaticamente rendere buona o cattiva una persona: la bontà o la cattiveria dipendono dal cuore, dalla coscienza, dalle opere. Non riteniamoci buoni soltanto  perché frequentiamo la chiesa: la bontà non si acquista respirando l’aria della chiesa, ma vivendo il Vangelo che ascoltiamo nella chiesa.
E per conquistare questa bontà è necessaria una lotta: una lotta contro satana, che opera anche all’interno del tempio; e forse, nel tempio opera con più gusto e con più accanimento.

In questo quadro, che è il dramma della vita umana, il Vangelo annuncia Cristo vincitore del demonio. La venuta di Cristo, soprattutto la sua morte e la sua risurrezione, hanno spezzato la signoria di satana sul mondo.

«Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori». E il vero credente prende sul serio il male, riconoscendo la presenza di satana nella vita; ma soprattutto il vero credente prende sul serio il bene affidandosi a Cristo. Vivere in Cristo allora è vivere un cammino di liberazione. Credere significa sperare, attendere, maturare per una vita nuova: quella di Dio.

Un ultimo particolare. Il demonio nel racconto del Vangelo, fa uno strano atto di fede in Cristo. Gli dice: Tu sei il santo di Dio!. Ma Gesù non gradisce questa proclamazione della verità e gli ordina: «Taci». Perché?
Perché la verità quando è detta senza amore è già tradita: infatti la prima verità è la carità. Ma il demonio è senza carità e quindi si è tagliato fuori dalla verità, perché la verità non si onora affermandola, ma vivendola. Noi e la verità, noi e la carità; che esame di coscienza! 

(Padre Stefano Orsi, ofm)

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,21-28. 
Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 
Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 
Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 
«Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». 
E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo». 
E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». 
La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. 

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