La Pasqua è vicina, ma che significa far Pasqua? Che significa ricordare
Allora se non
cambia il cuore, non c’è Pasqua. Se non cresce la carità dentro le nostre case,
non c’è Pasqua. Se non facciamo gesti di riconciliazione con coloro che ci
fanno soffrire, non c’è Pasqua
Soprattutto se
non accogliamo Cristo nella nostra vita diventando una cosa sola con le sue
scelte, non c’è Pasqua.
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù, a
Gerusalemme, in mezzo alla gente nell’ultima settimana della sua vita. Alcuni chiedono agli Apostoli: “ Vogliamo vedere Gesù. Vogliamo conoscerlo “. E’ una
domanda legittima, una domanda che si legge negli occhi di tanta gente. Eppure se oggi qualcuno chiedesse a noi:
fammi conoscere Gesù, noi che cosa risponderemmo?
Gesù ha detto: “Padre,
siano una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.
E noi possiamo presentare l’unità della Chiesa come
segno e novità che viene da Cristo?
Gesù ha detto. “ Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se
avrete amore gli uni per gli altri” E noi
possiamo presentare una carità che assomiglia a quella di Cristo? Una carità forte quando è necessaria la
fortezza, ma senza spirito di
vendetta? Che chiama “amico”
anche Giuda.
Gesù ha detto: “Io
che sono il Maestro e il Signore ho lavato i piedi a voi“ “Un apostolo non è
più grande di chi lo ha mandato"."Sapendo queste
cose, sarete beati se le metterete in pratica". E noi sentiamo questa beatitudine? Il povero, il debole, l’emarginato,
che accoglienza trovano in ciascuno di noi?
Che facciamo noi
di diverso e di più, rispetto a coloro che non hanno conosciuto l’Amore
infinito? Eppure tanta gente oggi soffre, è in crisi, perché non vede il grande
segno che è Cristo, non sente la buona notizia che può cambiare la vita.
Gesù, a coloro
che lo vogliono conoscere, risponde: “ E’ giunta l’ora che sia glorificato il
Figlio dell’uomo “. E’ giunta l’ora. Cioè
è giunta l’ora della Passione, l’ora della prova, l’ora del sacrificio. “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane; se invece
muore, produce molto frutto “.
Il sacrificio
allora è una legge di vita. Senza capacità di soffrire per gli altri, si è soli
e si resta soli.
E’ il vivere per
gli altri che vince la solitudine umana e la riempie di volti, di passione, di
presenze.
Oggi invece il
sacrificio è evitato al punto tale che non si è capaci di vivere per gli altri.
Il mondo è pieno di persone sole, come Cristo aveva predetto.
“ Chi trattiene la vita per sé, la perde, chi la
spende in questo mondo, la conservi per la vita eterna “
Gesù condanna l’egoismo come la più grande
stoltezza e quindi condanna ogni educazione che punti soltanto ad appagare se
stessi e non a condurre all’altruismo.
Davanti a Dio si salva soltanto ciò che si dona. Beato
allora chi sa donare e beato chi è
instancabile nel cercare occasioni per
la sua carità.
(Padre Stefano Orsi, ofm)
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 12,20-33.
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.
Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose: «E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.
In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.
Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!
Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».
La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».
Rispose Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.
Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me».
Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.
Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose: «E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.
In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.
Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!
Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».
La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».
Rispose Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.
Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me».
Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.
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