Cristo
risorto è il Buon
Pastore “che
offre la vita per le pecore” L’ha offerta morendo come Agnello
immolato sulla croce e adesso, glorioso, continua ad offrirla come
Buon Pastore, perché tutte le pecore trovino pascolo e per
difenderle dai lupi rapaci.
Come
Buon Pastore,
conosce personalmente ognuna delle pecore e vuole salvarle “perché
non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel
quale sia stabilito che possiamo essere salvati”
Proprio
per questo, il
Buon Pastore,
consapevole che ci sono altre pecore che non appartengono al suo
ovile, dice: “Anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia
voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore”
"Le
pecore ascoltano la mia voce".
Ciò
che ci capita spesso di fare è l’esperienza del sentire suoni,
rumori, voci che violentano il nostro udito. Alcuni li accettiamo,
altri li respingiamo.
Forse
nella nostra vita abbiamo ascoltato pochissime volte. Sono stati i
momenti nei quali ci siamo sentiti amati e in cui abbiamo amato.
"Io
le conosco".
Anche
questa parola rivela un’altra esperienza: quella dell’essere
conosciuti, il permettere che un’altra persona ci conosca. E’
come sentirsi acqua limpida, trasparente di fronte all'altro.
"Le
mie pecore mi seguono".
Per
seguire è necessario in qualche modo lasciare; lasciare le proprie
sicurezze, quelle a cui, ora, è appesa la mia vita. Per seguire
bisogna anche credere in Colui che seguiamo, fidarci di lui.
"Io
offro alle mie pecore la vita eterna".
Darò
loro un’eternità di vita, un’infinità di vita. Ogni volta che
facciamo l’esperienza dell’amore, facciamo l’esperienza della
vita. Ogni giorno esperimentiamo anche quanto la nostra vita sia
minacciata. Perché, come uno sguardo d’amore ci dona vita, così
indifferenza, o non considerazione ce la tolgono.
Ci
facciamo tutti
i giorni pastori della nostra vita,
ma è come se il nostro pellegrinaggio percorresse il tragitto di una
immaginaria circonferenza, continuiamo a percorrere strade già
percorse dove già in precedenza non avevamo trovato niente.
Il
pascolo della vita è la mano di Dio…
C’è
un brano dell’Antico Testamento in cui Dio è descritto come un
padre che si china sopra suo figlio e lo porta alla sua guancia.
E’questo il pascolo di Dio. il suo bacio. Il bacio del suo amore.
Gesù
ci ama da vero innamorato.
Il suo non è un
amore platonico, è un amore vero, concreto, reale, un amore che si
realizza nel dono della sua vita per noi. Egli è il buon pastore, è
nostro amico perché ha dato la vita per noi:
“E offro
la mia vita
per le pecore”.
Il vero pastore è dunque colui che offre la sua vita per le pecore e
le pecore lo riconoscono da questo. Chi non mette a repentaglio la
sua vita non è pastore, ma è mercenario, e non gli importa delle
pecore, anzi ne è uno sfruttatore.
Come
Gesù buon
pastore che
va alla ricerca della pecora smarrita e ferita, noi pastori della
Chiesa dobbiamo rivolgere loro la nostra attenzione e le nostre cure.
Dobbiamo avere il coraggio di uscire dai recinti, dagli steccati dei
nostri campanili.
Dobbiamo
spogliarci delle nostre comodità, liberarci da quella paura che
nascondiamo dietro una falsa apparenza della nostra dignità, non
solo con le parole ma anche con la testimonianza della vita, con
forza e coraggio.
Dobbiamo
operare quella nuova evangelizzazione che trova la sua originaria
radice in quanto l’apostolo Pietro ci ha detto nella prima lettura
di oggi:”In
nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli
uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere
salvati”.
(Padre Stefano Orsi, ofm)
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,11-18.
In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.
Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;
egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,
come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.
Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».
In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.
Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;
egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,
come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.
Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».
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