Il cantore
dell’amore
nel N.T. è senz'altro l’evangelista Giovanni.
Nei
testi di questa liturgia domenicale egli canta sia l’amore tra Dio
e l’uomo sia l’amore reciproco tra i suoi discepoli.
Il
brano
evangelico
ci parla dell’amore verticale, che scende da Dio Padre fino a Gesù
e da Gesù ai discepoli.
Quest’amore
verticale fa da fondamento all'amore orizzontale tra i discepoli:
«Amatevi gli uni gli altri».
Nella
prima
lettera
di Giovanni, l’amore di Dio verso l’uomo costituisce la più
nobile e profonda motivazione per l’amore reciproco: «Se Dio ci ha
amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri».
Lo
Spirito
di Cristo
entra nei cuori di coloro che sanno amare, li rende ancora più forti
in quell'amore che ci viene mostrato e insegnato da Gesù che dice:
«Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore».
Non
è facile
amare
come Cristo ha amato.
Eppure
è proprio questo ciò che Lui ci chiede . E non senza un motivo ben
preciso: Egli vuole che noi siamo realmente felici.
I
falsi
profeti
dei nostri giorni parlano spesso d’amore, ma, in realtà,
confondono l’amore con la passione, con il sesso, con il
sentimento, con l’appagamento dei propri istinti.
L’amore
vero
si apprende solo alla sequela di Cristo che, consapevole della nostra
piccolezza e della nostra difficoltà, ci chiede d’obbedirgli.
Ma
si più
ordinare
di amare? Si, quando la richiesta è fatta da un nostro amico: «non
vi chiamo più servi… vi ho chiamato amici…».
Noi
che ci vantiamo
di essere amici di Cristo, abbiamo ancora molto da apprendere.
Anzitutto,
oggi, devo chiedermi: cosa amo e cosa non devo amare per essere un
vero amico di Cristo?
Tutti
i
cristiani
sono chiamati ad amare coloro che Gesù stesso mette sulla loro
strada. Talvolta, amare gli altri come Cristo ci ha amati risulta
particolarmente difficile.
Ma,
nonostante
alcuni
siano antipatici, scostanti, pedanti nel loro comportamento verso di
noi, se non riusciamo ad amarli, la colpa è solo nostra: non siamo
ancora capaci di vedere l’altro come un fratello, come noi, dello
stesso Padre Celeste.
Non
possiamo
uscire
da questa Chiesa, dopo aver ascoltato la Parola di Dio, e restare
indifferenti.
La
nostra
vita
deve necessariamente cambiare. Forza, diamoci da fare, non basta
conoscere le Scritture e quello che ha fatto Gesù, bisogna agire
come lui. Amare
significa volere il bene di tutti, accettare tutti, stare accanto a
chi soffre. Amandoci mostriamo al mondo il volto di Dio perché Dio è
amore.
(Padre Stefano Orsi, ofm)
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore.
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.