E’ una grazia di Dio poter meditare
questa pagina di Vangelo.
Gesù è venuto a radunare gli uomini
dispersi. E a noi ha dato una consegna precisa: «Andate in tutto il
mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura».
Ma noi viviamo una fede missionaria? Noi
ci sentiamo missionari, ci sentiamo inviati da Cristo?
Davanti a episodi di brutalità, di
degrado morale chiediamoci: ma io che faccio, perché il mondo sia
diverso?
Davanti alle famiglie senza riferimenti
morali nel comportamento, noi cristiani ci impegniamo a essere
famiglie che si nutrono di fede vera, di parola di Dio, di carità
vissuta?
Gesù ci ricorda che la fede chiama
ciascuno di noi a essere missionario in questa società.
Dice il Vangelo che mentre Gesù e gli
Apostoli attraversano il lago, si levò un’improvvisa tempesta.
Gli Apostoli si videro sballottati dalle
onde. Che fare? Gesù era con loro: la sua presenza doveva essere
motivo di serenità e di fiducia. Ma Gesù dormiva.
Come spesso accade nella vita di tutti i
giorni. Dio sembra assente, sembra lontano, sembra disimpegnato.
Gli Apostoli a un certo punto scoppiano
in un lamento, che non riuscivano più a tenere dentro: "Maestro, ma
non t’importa che moriamo?"
Pensate quante domande, con tono di
accusa, anche noi rivolgiamo al Signore.
-
Perché il mondo è diventato così violento
- Perché la vita umana è
calpestata, così come si calpesta l’erba?
- Perché la fame uccide popolazioni
inermi?
- Perché i bambini innocenti
soffrono per le cattiverie e le immoralità dei grandi?
Potremmo continuare…
Gesù risponde al grido accorato degli
Apostoli (e quindi anche alle nostre domande) con un gesto che invita
alla fede. Egli comanda al vento e al mare: ritorna la calma e il
sereno.
Con simile gesto Gesù sembra dire agli
Apostoli: Dio è e sarà sempre con noi.
Egli lascia che vengono prove e bufere,
secondo un gioco di libertà che va rispettato; però dentro le prove
Dio si rivela come amore onnipotente che salva gli uomini che
credono.
«Perché siete così paurosi? Non avete
ancora fede?»
La paura è una mancanza di fede in Dio:
chi crede in se stesso, nelle proprie risorse e nelle astuzie umane,
prima o poi avrà paura; invece chi crede in Dio possiede una pace
interiore che niente e nessuno potrà togliergli.
Questo non significa che il credente
abbia vita facile e senza prove. Le prove ci sono per tutti: ma nella
prova si vede chi crede in Dio; e nella prova si vede anche chi si
illude di credere in Dio.
Gli anni della vita terrena sono tempo di
verifica per tutti. Dio lascia scatenare persecuzioni, lascia che si
levino venti paurosi, permette che gli uomini facciano ogni sorta di
cattiveria, però a chi crede in lui garantisce la vita eterna, la
vita che conta.
Allora benediciamo il Signore nelle prove
della vita con la certezza che egli vegli sul nostro cammino.
(Padre Stefano Orsi, ofm)
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 4,35-41. In quel medesimo giorno, verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?»
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.