(Banksy, "Rain of colours")
“Ascolta
Israele!” : è
l’imperativo che Dio antepone a tutti i precetti rivolti al suo
popolo. E’ un invito all'obbedienza.
Se, infatti, andiamo a
vedere il significato del verbo “obbedire”, troviamo che deriva
dal latino ob-audire
e cioè “prestare
ascolto”.
Il popolo di Israele è invitato a prestare ascolto!
Anche noi, oggi, siamo chiamati ad obbedire, a dare ascolto alla
Parola di Dio!
Purtroppo,
allo stesso modo del popolo di Israele, siamo portati costantemente a
cadere, a causa del peccato, nella disobbedienza. La disobbedienza,
spesso, non è tanto il “non ascoltare” quanto, piuttosto,
“un’ascoltare in modo distorto”, filtrato dal nostro egoismo,
dal nostro orgoglio e, persino, dal nostro desiderio di onnipotenza.
Fin
dall’inizio della Creazione, l’uomo è chiamato all’obbedienza
a Dio ma, complice la tentazione del maligno che distorce l’immagine
di Dio, viene condotto alla disobbedienza: Dio dà comandi che sono
offerte di vita ma l’uomo ne perde il senso … il comando diventa
una costrizione, una perdita di Libertà a cui rispondere andando
contro il desiderio di bene che Dio desidera per l’uomo; mangiando
dell’albero della conoscenza del bene e del male, l’uomo e la
donna non comprendono il bene e il male, ma la loro nudità e se ne
vergognano perché percepiscono la propria fragilità.
Paradossalmente, il presupposto per comprendere a fondo il valore
dell’obbedienza, sta proprio nella nudità, nella povertà … in
quella nudità, però, che è priva di vergogna, in cui si percepisce
il proprio limite, la propria fragilità ma non se ne ha paura perché
consapevoli che Dio è Padre e sta sempre con noi. Così, Gesù può
stare nudo sulla croce perché sa che la sua obbedienza al Padre non
sarà delusa; San Francesco può spogliarsi davanti al Vescovo di
Assisi perché si fa obbediente a un Dio che è Padre.
Come
un bambino appena nato, nudo e fragile, si abbandona alle cure
amorevoli della madre obbedendo/ascoltando la sua voce, anche noi
dobbiamo prestare ascolto/obbedire alla Parola di Dio che ci parla
nella vita di ogni giorno. Vita e obbedienza, quindi, sono
intimamente legate.
Non dobbiamo, però, pensare all’obbedienza
come a una privazione della Libertà: obbedendo/prestando ascolto
alla realtà, alle scelte di vita che il Signore ci pone sulla strada
ogni giorno, costruiamo a pieno la nostra Libertà … solo
rispondendo al progetto che Dio ha su ognuno di noi, possiamo
realizzare la nostra vera identità, il nostro desiderio autentico di
Libertà.
L’obbedienza
è via di Libertà perché ci pone in ascolto della Verità … in
ascolto di un Dio che ama l’uomo come un Padre che non abbandonerà
mai i suoi figli.
Paolo Mancini
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