E’
molto bello, proprio nel periodo del Natale, trovarsi a commentare il
quarto strumento di Pace e di Misericordia che S. Francesco ci
insegna nella sua Preghiera semplice. Già,
perché niente come l’Incarnazione di Gesù ci permette di
dissipare ogni dubbio….Egli
è Dio che decide di entrare nella nostra realtà, nella nostra
storia e decide di abbracciarla interamente con le sue debolezze e le
sue fragilità….una realtà che si può toccare, che
cattura i nostri sensi….Egli
vedeva come noi potevamo vederlo, sentiva come noi potevamo
sentirlo….era in quella mangiatoia e i pastori potevano “toccare”
la sua presenza, percepivano ogni profumo, colore, rumore che anche
Dio fatto uomo poteva percepire. In un mondo in cui sembra dominare
il dubbio, Gesù porta la luce della Fede….una Fede tangibile, una
Fede che si incarna mostrandoci il volto misericordioso del Padre.Il
mondo in cui viviamo sembra, però, volerci dire che il dubbio è il
vero valore….ci insegna che la precarietà è quasi un
dogma….l’incertezza è la
normalità. Rimanere nel dubbio, presto o tardi, però, ti
conduce alla paura e la paura ti blocca, non ti fa vivere in
pienezza, lascia in sospeso le scelte, ti ruba la speranza. Quante
persone, oggi, non sono più capaci di fare una scelta….quante
persone rinunciano a scegliere perché la scelta comporta un rischio
che non sono più in grado di affrontare. Il
mondo d’oggi preferisce l’informale sulla forma perché la forma
comporta una decisione, una scelta….comporta confrontarsi con il
proprio limite, con la propria finitezza di cui si ha una grande
paura. Il dubbio, la precarietà, infatti,
amplificano il limite…lo trasformano in un ostacolo insormontabile
nella quotidiana lotta dell’autorealizzazione. Già,
perché il dubbio domina anche le relazioni….non si ha più fiducia
nell’altro e “il farsi da soli” diventa il traguardo più
ambito delle nuove generazioni. Viviamo
la cultura del provvisorio dove la società ti insegna che il “per
sempre” non esiste: oggi, devi prendere quello che c’è e
consumarlo subito perché domani non si sa! Si sta
perdendo la capacità di sognare per la propria vita perché si vive
di attimi, di piaceri da soddisfare subito….il progetto e l’attesa
della sua realizzazione diventano una perdita di tempo perché c’è
bisogno di consumare l’istante.Allora,
come portare Fede dove c’è il dubbio? Ancora
una volta, è Dio a venirci incontro: nell’Incarnazione, infatti,
ci mostra di non avere paura dei nostri limiti perché Lui stesso si
è rivestito dei limiti dell’umanità….ci dimostra di non avere
paura dei nostri peccati perché Lui stesso li ha portati su di sé
morendo sulla croce per riscattarci da essi. Gesù
ci ha mostrato il volto misericordioso del Padre….ci ha insegnato
che l’Amore di Dio non si ferma davanti alle nostre fragilità
perché Dio ha piena fiducia nell’uomo. Portare
la Fede dove c’è il dubbio allora significa testimoniare che Dio
non smette mai di amare l’uomo perché lo vuole felice….perchè
la sua prospettiva è l’eternità. Di fronte al
dubbio, alla precarietà, all’incertezza, al provvisorio, Egli ci
pone la prospettiva della Vita eterna e ci dice che è necessario
costruirla già oggi nella nostra realtà di tutti i giorni. Occorre,
dunque, ampliare il nostro sguardo, aprirci al sogno e inseguire quel
desiderio di felicità che Dio ha per l’uomo. Occorre essere
testimoni della Misericordia infinita del Padre che ci
fa aprire la ali della vita perché, ogni giorno, ci alleggerisce dal
peso dei nostri sbagli, dei nostri limiti, del nostro peccato per
farci volare liberi da ogni dubbio, liberi da ogni paura.
Paolo Mancini
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