La Speranza è una delle virtù teologali insieme a
Fede e Carità.
San Francesco, nella Preghiera semplice, ha già
presentato Fede e Carità (Amore) come strumenti di Misericordia e di
Pace: l’Amore in risposta all’odio e la Fede in risposta al
dubbio.
Non possiamo separare la Speranza dalla Fede e dalla Carità…consentitemi di dire che la Speranza è figlia della Fede e madre della Carità; la Speranza senza la Fede diventa un semplice esercizio di “ottimismo” e la Carità senza Speranza diventa solo uno sforzo di bontà.
Non possiamo separare la Speranza dalla Fede e dalla Carità…consentitemi di dire che la Speranza è figlia della Fede e madre della Carità; la Speranza senza la Fede diventa un semplice esercizio di “ottimismo” e la Carità senza Speranza diventa solo uno sforzo di bontà.
Potremmo dire che si può capire la Speranza se
si comincia a guardare la vita dalla meta: se la nostra vita ha come
meta la pienezza nell’Amore di Dio, allora tutto assume i colori
della Speranza.
La Speranza ci racconta del nostro futuro ma ha le
radici nel presente, nella realtà in cui, ogni giorno, si costruisce
un pezzetto di quella meta che non ci sarà tolta…. il centuplo
oggi e la vita eterna quando il Signore ci chiamerà a sé.
Non
è semplice portare Speranza in un mondo dove spesso a prevalere è
la disperazione, la mancanza di speranza: guerra, corruzione,
criminalità, perdita dei valori fondanti della società, arrivismo,
individualismo sono solo alcuni esempi delle cause con cui l’uomo
sta cancellando ogni seme di speranza. Anzi, sperare, oggi, è visto
quasi come un segno di debolezza….il segno di non avere i piedi
piantati nella realtà; sperare, ai nostri giorni, significa dare
credito a ciò che non si può controllare, a qualcosa di aleatorio
e, pertanto, non degno di essere preso in considerazione. Ecco,
allora, che la disperazione diventa il veicolo delle principali
patologie sociali del nostro tempo: viviamo in una sorta di
depressione cronica che intrappola la vita, la soffoca, la rende
schiava del “male di vivere”, del vuoto esistenziale che cattura
soprattutto i più deboli, i più fragili i quali finiscono per
essere fagocitati da una società che spesso li abbandona a una
solitudine priva proprio di speranza. E, allora, si cerca di colmare
il vuoto con il nulla delle dipendenze: le schiavitù di sesso,
droga, alcool finiscono per divorare le persone svuotandole della
propria identità, della propria dignità.
Portare
Speranza, allora, significa insegnare ad alzare lo sguardo al cielo,
a far capire che la vita può ricominciare ogni giorno perché Dio,
ogni giorno, ci ama donandoci una nuova possibilità… significa
permettere di guardare alla bellezza del creato che, nonostante
tutto, ogni giorno, genera nuova vita… significa guardare ai
talenti che Dio ha messo a nostra disposizione per vivere in pienezza
la nostra vita secondo il progetto che Lui ha su ognuno di noi….
significa che il dolore, le ferite, il peccato non hanno l’ultima
parola perché Dio è misericordioso e non si stanca mai di perdonare
l’uomo.
Occorre, quindi, educare alla Speranza perché sia il motore di ogni nostra giornata, l’orizzonte della nostra vita, lo sguardo sereno sul futuro…un futuro che si sta compiendo proprio oggi grazie all’Amore di Dio.
Occorre, quindi, educare alla Speranza perché sia il motore di ogni nostra giornata, l’orizzonte della nostra vita, lo sguardo sereno sul futuro…un futuro che si sta compiendo proprio oggi grazie all’Amore di Dio.
Paolo
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore.
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