sabato 13 settembre 2014

"Vieni fuori!"



Questo è l’inizio di un viaggio, il punto della nostra storia dove tocca fare i conti con noi stessi. E’ il punto massimo della caduta: una delusione amorosa, la mancanza di un lavoro, una malattia grave…Più giù di così non si può. Aggrappati a ogni piccola provvisoria illusione, ci rintaniamo nei nostri “comodi” sepolcri. Pur di non abbandonarli, li abbiamo arredati al meglio e ci siamo persino adattati a condizioni disumane: poca luce, aria ammorbante, estrema solitudine. Pian piano ci convinciamo che quello sia l’unico luogo adatto a noi, quello che ci è toccato in sorte o che ci meritiamo, tanto che siamo noi stessi a tenere ben incastrata la pietra che chiude l’ingresso.
Se ne uscissimo, saremmo esposti ai riflettori della vita e c’è qualcosa di scomodo nella luce piena e qualcosa di incontrollabile nella libertà. E’ per questo che a Dio non piacciono i sepolcri, Lui che è Vita e Verità…
Quanto potremmo resistere così? E chi mai potrà scardinare le nostre solitudini e venire in nostro soccorso?
Ecco, è proprio questo il momento in cui facciamo esperienza di Gesù Cristo: Lui che sa entrare in casa anche con le porte chiuse, come già aveva fatto con i discepoli spaventati e smarriti dopo la sua morte; Lui che sa abitare i luoghi più bui e maleodoranti, così come aveva illuminato la grotta di Betlemme con la sua nascita…solo Lui  saprà sedersi accanto a noi e ci dirà “Non temere!”, ci intimerà “Vieni fuori!” come aveva comandato al suo amico Lazzaro il cui corpo esanime già puzzava dei fetori della morte.
E’ Lui che ci chiama e ci vuole vivi; è Lui che non aspetta altro di far nuove tutte le cose.

Tutto sta nel far incontrare i nostri desideri con la Sua volontà… E tu, che cosa intendi fare?


Ez 37,1-14
La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: «Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore»». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell'uomo, e annuncia allo spirito: «Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano»». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.
Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: «Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti». Perciò profetizza e annuncia loro: «Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò»». Oracolo del Signore Dio.

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