Il mistero di Dio è il mistero di Gesù Cristo.
Dio
è coinvolto accanto alla nostra libertà per salvarla. Dio ama. Lasciarci amare
dipende da noi.
Anche la nostra fede, la fede che ci fa Chiesa e ci
distingue da ogni altra persona, ci dice che noi abbiamo una storia stupenda da
raccontare; noi abbiamo una notizia che da secoli conforta i martiri, consola
gli ammalati, fa brillare gli occhi dei moribondi, mette pace nel cuore di chi
crede.
E’ la notizia che Cristo è Figlio di Dio ed è
venuto a patire quaggiù la nostra pazza storia, per salvarci.
Ecco allora al Vangelo. Cristo davanti a Nicodemo.
Cristo cioè davanti a ognuno di noi che spesso, di notte, quasi con vergogna si
pone interrogativi religiosi, domande serie, problemi di fede.
Nicodemo è l’uomo che si accorge di essere uomo e
non Dio: è l’uomo che cerca, anche se ha paura di far conoscere le proprie
ansie di verità.
Cristo risponde a Nicodemo con pazienza divina e, nella
notte della paura gli confida il suo mistero: "Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio".
E’ una notizia che rovescia tutto e investe di luce
il mistero di Dio.
Se si crede in Cristo, si capisce subito che Dio non può
dare più di quanto abbia già dato; si capisce che Dio non ama dall'alto, bensì
entrando nell'umiltà, nella fatica, nella passione della nostra vita.
Credendo in Cristo, si ingigantisce il valore della
vita umana.
Aggiunge Gesù: "Dio non ha
mandato il suo Figlio per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per
mezzo di Lui".
E’ una conseguenza della bontà di Dio. Dio non
condanna nessuno. Dio non scaccia nessuno, Dio non si stanca di nessuno: è
l’uomo che si condanna, è l’uomo che fugge l’amore di Dio.
Nella parabola del figlio prodigo Gesù, con parole
toccanti, descrive questo mistero: il figlio lascia la casa e l’amore del
padre, eppure il padre continua ad essere padre e continua ad amare da padre.
Ma allora se Dio non condanna nessuno, come è
possibile essere condannato? Lo dice Gesù:"La
luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce,
perché le loro opere erano malvagie".
Dio è carità: se l’uomo vive la carità, accoglie
Dio; ma se l’uomo rifiuta la carità, rifiuta Dio. Dio è umiltà: se l’uomo sa
mettersi gioiosamente all'ultimo posto, lì si incontra con Dio; ma se l’uomo è
pieno di orgoglio, si mette contro Dio e lo perde.
Dio è perdono: se l’uomo perdona, il cuore gli
batte all'unisono con quello di Dio; ma se l’uomo vive la vendetta, si separa
dal mistero di Dio.
L’accoglienza o il rifiuto di Dio li stiamo vivendo
ogni giorno: "Chi opera la verità viene
alla luce, chi fa il male odia la luce". L’eternità la stiamo preparando
noi stessi ogni giorno.
(P. Stefano Orsi ofm)
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 3,14-21.
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,
perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.
Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,
perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.
Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
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