sabato 25 luglio 2015

«Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» - XVII Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di oggi racconta il miracolo della moltiplicazione dei pani. Da notare che san Giovanni per indicare i miracoli di Gesù usa la parola semèion, che vuol dire segno. Il miracolo, infatti, è un segno, un segnale di Dio, un messaggio di Dio: per questo se non c’è fede vera, Dio non compie il miracolo, perché manca la disponibilità ad accogliere il suo messaggio. Accostiamoci con fede, e quindi con umiltà al racconto evangelico. Certamente il miracolo della moltiplicazione dei pani rivela che Gesù è preoccupato anche della fame materiale dell’uomo. Non è vero allora che la fede si preoccupa solo del Cielo: non è vero che l’amore di Dio non ha niente a che fare con l’amore del prossimo. E’ vero invece il contrario: il Cielo si prepara con le opere fatte in terra; e la misura dell’amore di Dio non sta in ciò che diciamo a Dio, ma in ciò che facciamo al prossimo. Dio non è indifferente al problema della fame nel mondo: allora neppure noi abbiamo diritto di esserlo. Nasce però il problema: che cosa dobbiamo fare? Che cosa attende Dio da ogni uomo e soprattutto da noi, cui e stato fatto dono della fede. Dobbiamo seguire il Vangelo e guardare il comportamento di Gesù. Egli, prima di compiere il miracolo, accetta cinque pani e due pesci messi a disposizione da un ragazzo. Gesù compie il miracolo appoggiandosi al dono di un ragazzo. Tutto questo ha un chiaro significato per noi: è il messaggio del miracolo. Dio prima di intervenire aspetta che l’uomo faccia tutto ciò che è nelle sue possibilità. L’onnipotenza di Dio, infatti, non potrà mai mettersi al servizio della nostra pigrizia e del nostro egoismo. Questo significa che se oggi nel mondo esistono beni sufficienti per sfamare l’umanità, noi abbiamo il sacrosanto dovere di lavorare, soffrire e denunciare affinché si crei la coscienza della condivisione.Se vuoi aiutare i poveri cambia la tua vita” ha esclamato un giorno Madre Teresa. E’ un invito in perfetta linea con il Vangelo di Gesù. Pertanto non è cristiano pregare Dio, affinché dia il pane agli affamati: è più cristiano invece pregare Dio, perché ci liberi dall’egoismo e ci dia la forza di essere profeta di un modo nuovo di vivere. Opponiamoci con tutto le nostre forze alla corsa per avere di più, e lavoriamo per cambiare la qualità del vivere per gli altri. Il Vangelo – purtroppo – termina con una costatazione amara. La gente non accettò il messaggio del miracolo. La gente infatti vide il pane facile e a buon mercato e pensò di sfruttare Cristo, al punto da proporgli di diventare re. E’ l’assurdo: ma quante volte siamo anche noi assurdi con Dio. Gesù – annota – san Giovanni si ritirò di nuovo sulla montagna tutto solo. Sembra che sia Gesù a rifiutare la folla: e invece è la folla che ha rifiutato Cristo. C’è per tutti qualcosa da meditare e da imparare.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,1-15. 
In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 
e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. 
Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 
Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 
Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 
Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 
Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 
«C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». 
Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 
E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 
Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». 
Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo. 

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