Prosegue, anche in questa domenica, la proclamazione del discorso di Gesù alla folla sul “pane di vita”.
Guardando la folla che cerca Gesù, possiamo chiederci cosa alimenta la nostra sequela dietro a Gesù: perché lo seguiamo? Cosa ci aspettiamo da lui?
Nel Vangelo I’evangelista Giovanni ci presenta i Giudei che mormoravano di Gesù.
Questo mormorare cosa significa?
Significa non conoscerlo fino in fondo, significa non credere in Lui, nella sua parola. Gesù aveva detto: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”.
I Giudei cosa si chiedevano? “Costui non è il figlio di Giuseppe?... Come può dire sono disceso dal cielo?”.
Ecco, pensano di conoscere Gesù e non accettano la sua parola. Hanno una conoscenza superficiale di Gesù che continua a dire: “nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre”.
Dobbiamo aprire il nostro cuore al dono di Dio, alla fede, al fuoco d’amore di Dio.
A volte siamo presi dallo sconforto, come Elia. Anche noi come i Giudei mormoriamo, manchiamo di fiducia.
Cosa fare in questi casi?
Come Elia, per riprendere il cammino, abbiamo bisogno di mangiare, abbiamo bisogno di mangiare il pane della vita eterna, cioè l’Eucaristia.
Non è un semplice pane, è un pane che dà la vita eterna, è il corpo di Cristo.
IL pane si mangia insieme e dobbiamo credere che se mettiamo tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo nelle mani del Signore, egli con tutto ciò che possiamo donare, per quanto poco possa essere, potrà saziare il bisogno di molti.
Nell'Eucaristia diventiamo un solo corpo e un solo spirito. Nell'Eucaristia prediamo coscienza che c’è un solo Dio Padre di tutti, che ci offre da mangiare il corpo del Duo Figlio come alimento e medicina di eternità
Più volte abbiamo ripetuto, col ritornello del salmo responsoriale: il tuo pane, Signore, sostiene i poveri in cammino.
Noi siamo poveri in cammino verso l’Oreb, verso Dio, e, abbiamo bisogno di nutrirci di questo pane celeste.
Rinforzati da questo cibo diventiamo imitatori di Dio e possiamo amare come Cristo.
Possiamo e dobbiamo sostenere i nostri fratelli in cammino come noi, verso Dio togliendo dal nostro cuore ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità.
Preghiamo perché la fede illumini e sostenga sempre la nostra religiosità e anche perché tutti i popoli si aprano al dono di Dio, mangino il pane vivo disceso dal cielo e ritrovino la loro armonia.
P. Stefano Orsi, ofm
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,41-51.
In quel tempo, i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo».
E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».
Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi.
Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.
In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita.
I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;
questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.