Qualche giorno fa sono tornata dalle vacanze e subito mi sono imbattuta nella classica incombenza da tran tran quotidiano: la fila all'ufficio postale.
Ho dovuto aspettare un bel po' prima che arrivasse il mio turno e, intanto, non potevo far altro che ascoltare i discorsi di chi era con me.
Mi sono stupita di come NESSUNO pronunciasse parole belle!
Inutile dire che la faceva da padrone il reclamo continuo, neanche troppo dissimulato, su quanto fossero lente le operatrici allo sportello e sul "mistero" dei numeri che non escono mai, quasi che ci fosse una congiura delle Poste per tenerci intrappolati lì dentro!
Diceva Aristotele: “Se c’è soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?”.
Pensavo: "Che senso ha sapere di dover fare una fila (relativamente) lunga e passare tutto il tempo a lamentarsi, rovinandosi l'attesa?". Ma questa è un'altra storia...
Accanto a me un uomo e una donna parlavano di quanto fossero andate male le vacanze; di quanto fosse insopportabile il caldo; di come le cose vadano sempre meglio in un'altra, imprecisata, parte del pianeta...insomma, piagnistei a non finire.
Più in là, in un piccolo gruppo di uomini, si "grugniva" qualcosa contro qualcuno in fila, poi contro gli stranieri, poi contro il Paese e via così.
Mi sono tornate alla mente le discussioni che ascoltavo sotto l'ombrellone, pochi giorni prima, e mi sono accorta come la maggior parte dei discorsi siano critiche, cattiverie, pettegolezzi pungenti sugli altri...Non c'è traccia di misericordia, né di comprensione. Si scava letteralmente nella vita altrui per cercarne il marcio, il torto, il difetto e ci si imbratta di bruttezza, ci si sguazza fino a non riuscire più a levarsela di dosso. Chi dice male degli altri crea intorno a sé un clima di sospetto, di inadeguatezza e quel male si moltiplica e ci divora.
Poi accendi il computer e sui social network trovi solo aggressioni, insulti, minacce (lo sapete che esiste una nuova categoria di navigatori del web denominati "haters", "gli odiatori"? Sembra una professione vera e propria!)...chiunque si sente libero di sparare a zero su tutto ciò che si muove, senza guardare, senza pensare...
Poi accendi il computer e sui social network trovi solo aggressioni, insulti, minacce (lo sapete che esiste una nuova categoria di navigatori del web denominati "haters", "gli odiatori"? Sembra una professione vera e propria!)...chiunque si sente libero di sparare a zero su tutto ciò che si muove, senza guardare, senza pensare...
Mi ha assalito un senso di angoscia: e se tutto il brutto che ci circonda dipendesse anche da noi?Dalla nostra incapacità di BENEDIRE, ovvero di DIRE BENE?
La Bellezza, e non la bruttezza, salva il mondo!
Alleniamoci a scoprire il bello in ciò che ci circonda, ma soprattutto nelle persone. Che il nostro sguardo sia spoglio da pregiudizi, dalla volontà di criticare sempre e piegare il prossimo al nostro modo di pensare, ai nostri criteri.
Quando siamo tentati di parlar male, preferiamo il silenzio, se proprio non riusciamo a dire il bene...a benedire. Proviamoci!
Cerchiamo di sottolineare le qualità di una persona, le sue buone azioni, le luci del suo carattere e se non riusciamo a capire il motivo di un suo comportamento, non deprezziamo l'altro, non svalutiamolo, non facciamolo a pezzi.
Anita
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