venerdì 28 agosto 2015
"Sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo" - XXII Domenica del Tempo Ordinario
Il Vangelo di oggi è di una serietà unica. Gesù affronta il problema gravissimo della corruzione della religione. Un gruppo di persone si accorge che gli Apostoli prendono il cibo senza lavarsi le mani, e lo fanno notare a Gesù. Gesù difende gli apostoli e dice: “ Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo ”. Nessuno può trasmettere la sua cattiveria, se io non lo voglio. E non si diventa buoni, toccando i santi, gli altari o le immagini sacre. La santità diventa mia soltanto quando comincio a viverla. Nel pensiero di Gesù la religione non è vera e non salva l’uomo quando è ridotta a sola esteriorità. “Guai a voi, farisei ipocriti, che pagate la decima anche delle erbe più insignificanti e quindi sembrate buoni… invece siete cattivi, perché peccate nelle cose più importanti che sono la giustizia, la misericordia, la fedeltà. Voi filtrate il moscerino e poi ingoiate il cammello “ E’ scomodo questo messaggio, ma è il sacrosanto Vangelo del Signore. “Sembrate buoni, invece siete cattivi”.
Gesù tocca un aspetto tanto vero. Quante volte noi facciamo gesti che dovrebbero qualificarci in un modo e poi nella vita e nel cuore siamo esattamente il contrario! Siamo fratelli e sorelle a parole. Ma poi nei fatti: invidiosi, malevoli, pronti a tagliare e cucire e a interpretare sempre male le azioni del prossimo. Gesù ci ammonisce: “ Voi pulite l’esterno del bicchiere, cioè della vita, mentre all’interno siete pieni di rapina e di intemperanza “. Dio non può essere ingannato.
Dopo questo richiamo alla verità e alla coerenza nella vita di fede, Gesù affronta il problema del cuore della religione, cioè del comandamento più importante agli occhi di Dio. Non si può onorare Dio facendo soffrire il prossimo. Chi umilia e offende il prossimo, umilia e offende Dio. Senza l’amore del prossimo, l’amore di Dio è una grande menzogna e una pura illusione. Per questo Gesù conclude il suo insegnamento con un richiamo alla conversione del cuore. Egli dice: “Dal cuore degli uomini escono le iniziative cattive. Pertanto non cercate il male fuori di voi. Il male è dentro di voi e dipende da voi, così come il bene è dentro di voi e dipende da voi”. E’ un invito a non vivere di sotterfugi e di scuse che non possono difendere davanti a Dio. Prendiamo tutta la responsabilità della vita e approfittiamo per convertirci, finché Dio ci dà tempo per farlo. Per essere concreto, Gesù fa un elenco di peccati, ricordandoci che questi peccati nascono nel nostro cuore e contaminano la nostra vita. Prima di tutto la prostituzione. Che cos’è? E’ la riduzione dell’uomo e della donna a solo corpo e quindi la riduzione della vita a sola passione per il corpo. Oggi la prostituzione è diventata una mentalità: Gesù la condanna. Il furto: non è soltanto l’appropriazione di qualcosa che non ci appartiene, ma furto è anche la disonestà nel lavoro, la mancanza di giustizia, l’inganno per evitare di dare ciò che si deve dare. L’omicidio: è l’offesa massima alla vita del prossimo, ma l’omicidio è preparato da tutto un clima di disprezzo della vita. Non per nulla è stato detto che la lingua uccide più della parola. E san Giovanni arriva a scrivere “Chi odia suo fratello è un omicida” L’adulterio: è il tradimento della propria famiglia. Oggi l’adulterio è favorito da tutto un clima di leggerezza, di esposizione di se stessi e di se stesse. Gesù ricorda la gravità del peccato di adulterio, perché l’adulterio uccide dal di dentro un progetto santo voluto da Dio stesso:la famiglia. Gesù conclude l’elenco dei peccati con la stoltezza. Nella Bibbia è definito stolto l’atteggiamento di chi vuole apparire giusto più che essere giusto, “Stolto” è definito anche l’uomo che cerca di accumulare beni che lascerà, invece di fare il bene che resterà. Raccogliamo l’invito del Signore a cambiare il nostro cuore, a mettere al primo posto il comandamento della carità, a vivere una religione di opere e non soltanto di parole buone.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 7,1-8.14-15.21-23.
Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate -
i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi,
e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame -
quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene:
non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».
Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi,
adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».
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