sabato 31 ottobre 2015

"...grande è la vostra ricompensa nei cieli" - Tutti i Santi - solennità

Chi sono i Santi? la domanda sembra banale, ma, attenzione, liquidandola come banale, rischiamo di perdere di vista il vero senso della santità; la stragrande maggioranza della gente, credente o non credente, immagina i Santi come una sorta di supereroi, persone speciali, perfette o poco ci manca...
Insomma i santi stanno lassù e noi quaggiù; sono un uomo, mica un santo! sono una donna, non sono una santa! - tanto per citare una vecchia canzone -.
La Chiesa del primo secolo sapeva bene chi sono i Santi: sono i credenti in Cristo.
La fede è il punto di partenza, la santità il punto di arrivo.
Perché il Vangelo delle Beatitudini nel giorno di Tutti i Santi? 
Molti pensano ancora che i Santi lo sono diventati per le sofferenze subite durante la loro lunga o breve vita terrena; e, visto che le Beatitudini riguardano per lo più condizioni di indigenza, di discriminazione, di persecuzione... situazioni tristi insomma,la Beatitudine è la risposta di Dio, il premio alla nostra perseveranza nell'accettare la cattiva sorte, senza ribellarci.
In effetti, un paio di secoli fa, i Santi erano ritratti come uomini e donne austeri, malaticci, poco sorridenti, vestiti di scuro, in atteggiamento di preghiera, o, al massimo, con un libro di elevazione spirituale in mano... per quel secolare imbarazzo, e un po' più che imbarazzo, una vera e propria diffidenza nei confronti della felicità e dei piaceri del mondo... quasi tutti preti e suore. Che angoscia! Altro che invidiarli, altro che desiderare di imitarli!
Ma chi l'ha detto che la via della santità sia fatta sempre e solo di rinunce? Tutto il contrario! e il Vangelo di oggi ce ne dà la prova. Vedete, ci sono due modi per interpretare le Beatitudini, uno pessimista e l'altro ottimista; o meglio, uno umano-solo-umano, l'altro umano-cristiano. 
Pessimista, umano-solo-umano: le beatitudini ‘fotografano' una realtà di sofferenza, di indigenza, di sopruso... e, francamente, non si vede come si possa essere beati. Anche perché non sembra ci siano prospettive di progresso.
Ottimista, umano-cristiano: le beatitudini evidenziano una serie di desideri, dunque rilanciano la speranza e attivano la volontà, orientando ogni energia affinché questi desideri si realizzino...Il desiderio è un vettore potente, fa camminare, vincendo la tentazione di indugiare sui nostri errori e versar lacrime su ciò che non è stato.I desideri sono un marker significativo dell'identità cristiana; paradossalmente lo sono i desideri che (in apparenza) non hanno nulla a che vedere con la fede... Dobbiamo farci i conti, con lucidità, con coraggio, non per assecondarli tutti, comunque, ma per far emergere la nostra vera natura. 
Se crediamo che tutto possiamo in Colui che ci dà forza, come scrive san Paolo (cfr. Fil 4,13), chiamiamo per nome i nostri desideri e capiremo quali di questi favoriscono la crescita umano-cristiana, e quali la mortificano, o addirittura la bloccano.
È proprio vero che crediamo nel potere sanante della misericordia? forse anche noi siamo di quelli che parlano, parlano, parlano di perdono, ma poi si fanno fregare dall'orgoglio.
È proprio vero che confidiamo nella Provvidenza? forse anche noi cogliamo ogni occasione opportuna e inopportuna per farci le nostre ragioni...
Se crediamo sul serio alla logica illogica delle beatitudini, allora abbiamo motivo di rallegrarci dei Santi e di noi stessi.Se invece non ci crediamo poi tanto... piangiamo pure su noi stessi.Ma preghiamo anche i Santi, perché suscitino in noi un po' di sana e santa invidia...Diversamente dalla gelosia, l'invidia nasconde sempre un che di ammirazione; e dunque anche l'invidia può servire a vincere l'inerzia, la frustrazione, la rassegnazione, per rialzarci in piedi e affrontare la nostra salita sul monte delle Beatitudini.

fra Massimo Rossi






Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,1-12a. 
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: 
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 
Beati gli afflitti, perché saranno consolati. 
Beati i miti, perché erediteranno la terra. 
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». 

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