Oggi perlustreremo un altro quartiere: la FRUSTRAZIONE, quel mix letale di profonda insoddisfazione, senso di impotenza e rabbia.
Che strano: è una bella giornata di sole, eppure si avverte un clima pensate, carico di tristezza, la gente sembra rassegnata, cammina per inerzia, senza guardare la strada. Qualcuno emette profondi sospiri come di rimpianto, qualcun altro ha lo sguardo accigliato e la mascella serrata...non sorride neanche alla vista di un bambino o ai panorami che qui si aprono. A guardar bene, infatti, qui non si vivrebbe niente male, se non fosse per gli abitanti....
Hai abitato mai questo quartiere? Ti è capitato di non riuscire a raggiungere l' obiettivo prefissato o di fallire un traguardo importante o semplicemente di non essere in grado di cambiare una situazione, nonostante i continui sforzi e di sentirti profondamente frustrato? Va bene esserci passati per una passeggiata, ma accasarsi qui è davvero pericoloso!
Il vero problema è quando si entra in un circolo vizioso per cui ci si sente sempre vittime di un sistema sbagliato; la propria vita non gratifica più e si è consapevoli che così le cose non possono andare avanti. Come si reagisce? Ci si isola o ci si rifugia nel cibo, oppure si rinuncia a fare qualsiasi passo perché si parte sempre sconfitti a priori. I risultati di queste azioni non fanno altro che peggiorare la situazione, aumentando la frustrazione.
Ho chiesto un po' in giro qual è la zona del quartiere dove si vive meglio, dove ci si può "riparare" da tutto questo...mi hanno risposto che un buon posto è L'ABITUDINE, proprio dall'altra parte della strada.
L'abitudine ti protegge da eventuali errori che puoi commettere nella novità; ti rassicura perché resti in quello che sai fare, senza gettarti in avanti, senza osare. Resti piccolo nel tuo piccolo mondo e non ci pensi neanche minimamente ad affacciarti al nuovo, alle meraviglie che sono contenute nella possibilità.
Che fine hanno fatto i sogni, i desideri? Li baratti per due soldi, un po' di comodità e orizzonti troppo vicini. La testa si atrofizza...non pensa più, non crea, non immagina.
Come puoi arrivare alla porta del cambiamento? Serve coraggio!
“Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre,verso il paese che io ti indicherò.” (Genesi 12,1)Abbandona le tue abitudini, i soliti luoghi che frequenti e che non favoriscono la tua crescita, quelle relazioni opprimenti, chiuse, che ti bloccano in strade senza uscita. Apriti, alla vita, alla TUA vita! Non alla vita di un altro, di uno qualsiasi, ma alla tua meravigliosa, unica e originale esistenza! Alla tua storia, che è speciale, e raggiungi il paese che è stato pensato per te, quello che ti è stato indicato, perchè tu sia felice!
Il buio ha il suo punto massimo, il suo punto di arrivo, mentre la felicità non ha confini,ha un inizio e non finirà mai.
Cominciamo a eliminare i nostri puntini sospensivi, sostituendoli con punti fermi; trasformiamo i nostri punti interrogativi (qualcuno va pure bene, ma avere solo quelli non è normale!) in punti esclamativi.
Facciamo in modo che il bisogno diventi desiderio. Il bisogno deve essere appagato e, una volta messo a tacere, sparisce. Il desiderio invece non potrai mai appagarlo, ti rimanderà sempre oltre, più in alto e ti farà volare. Allora guarderemo questo buio che ci circonda come un vecchio ricordo,come un posto dove siamo stati e dove non torneremo mai più.
Carmine
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