Dopo
l’Amore…ecco il Perdono.
Il secondo strumento di Misericordia e
di Pace è, per S. Francesco, il Perdono. Niente di più vero!
Potremmo dire che l’Amore genera Perdono. E nessuno più di S.
Francesco poteva intuire meglio questa verità.
Basti pensare al
grande dono del Perdono della Porziuncola che ancora oggi attira ad
Assisi gente da tutto il mondo! C’è un gran bisogno di Perdono,
oggi come ai tempi di Francesco.
Dio
ha bisogno del Perdono per diffondere la sua Misericordia….possiamo
dire che il Perdono è strumento e fine della Misericordia:
strumento, perché è attraverso il Perdono che possiamo accogliere a
pieno nel nostro cuore la Pace che deriva dalla Misericordia di Dio;
fine, perché il gesto più grande di Misericordia sta proprio nel
Perdono.
Perdono ha in sé il significato della gratuità…è
“per-dono”….infatti,
ciò che scaturisce dall’Amore è di per sé un dono, è gratuito,
è Grazia.
Tuttavia, il Perdono richiede un cammino….non sempre per
l’uomo è scontato perdonare o chiedere perdono….e la strada più
diretta per arrivare al Perdono è Gesù.
Nel Vangelo, al paralitico,
che viene calato dal tetto, Gesù perdona i peccati e, di fronte agli
scribi che mormorano contro di Lui, Egli domanda: “Che
cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o
dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?”….è
una domanda che Gesù rivolge anche a noi oggi….essa ci dice che la
vera guarigione deriva dal Perdono, da quel Perdono che solo Gesù
può dare in pienezza perché Lui stesso ha dato la vita per
liberarci dalla schiavitù del peccato.
La Chiesa, attraverso i
fratelli, ci conduce a Gesù scoperchiando il tetto dei nostri
pregiudizi, dei nostri sensi di colpa, delle nostre paure…..e Gesù,
che sa ascoltare il desiderio più profondo del nostro cuore, ci dona
il Perdono….un Perdono che non ci lascia immutati…ma ci rimette
in cammino, ci fa guarire dalle ferite che paralizzavano la nostra
vita per ricominciare a camminare portando con noi quel “lettuccio”
di sbagli, di peccati , di relazioni troncate che sono solo la
memoria di un passato che Gesù stesso ha già guarito.
Ma
dove portare il Perdono? S. Francesco chiede a Dio di saperlo portare
dove c’è offesa…dove ci sono ferite. Il Perdono, dunque, è la
medicina più straordinaria per guarire le ferite….le ferite più
oscure della nostra anima…le ferite più evidenti dei nostri
rapporti lacerati.
Occorre,
dunque, imparare a perdonare noi stessi e imparare a perdonare
l’altro, il nostro prossimo, chi ci sta accanto. Bisogna imparare a
perdonare noi stessi perché tutto ciò che ferisce la nostra anima,
tutto ciò che appesantisce il nostro cuore finisce per oscurare il
bello e il vero della nostra persona….finisce per renderci schiavi
dei nostri sensi di colpa, dei nostri errori, dei nostri
limiti….finisce per impedirci di “volare” nella nostra
vita….finisce per bloccare le scelte più importanti…..finisce,
infine, per deturpare il disegno di Amore che Dio ha su ognuno di
noi.
Bisogna imparare a perdonare chi ci sta accanto perché l’uomo
non può fare a meno delle relazioni….laddove si troncano relazioni
importanti, si lacera una parte stessa della nostra vita; a volte, è
necessario troncare….ma se il taglio non diventa motivo per ridare
nuova linfa alla nostra vita….rimane sterile e diventa un alibi per
i propri sbagli, per i propri errori; bisogna imparare a perdonare
anche chi ci fa un torto piccolo o grande perché, nel Perdono,
l’altro, libero dal proprio senso di colpa, trovi la strada per
ricominciare a vivere in pienezza, memore e grato del dono ricevuto.
Allora, apriamo il nostro cuore a chi può insegnarci veramente a
perdonare e a perdonarci…apriamo il nostro cuore e non stanchiamoci
mai di chiedere la grazia del Perdono a Gesù il quale, attraverso il
Vangelo, ci annuncia che Dio non si ferma davanti ai nostri peccati,
alle nostre ferite ma è disposto, come un Padre misericordioso, a
correrci incontro per donarci la vera gioia del Perdono che conduce
alla vera Pace del cuore.
Paolo Mancini
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