La parola di Dio di questa XXVII domenica del tempo
ordinario è appropriata al momento che stiamo vivendo: ottobre, il mese
missionario, il sinodo straordinario sulla famiglia in Vaticano...
In questa
domenica, si ritorna sul tema della vigna, che è l'antico Israele ed è il nuovo
Israele, ovvero la Chiesa. Nell'antico popolo di Israele come nella Chiesa ci
sono vignaiuoli assassini che uccidono la speranza della grazia, della vita,
della comunione, della carità e dell'amore. Perché il Regno di Dio è tutto
questo: è verità, giustizia, pace, amore, unità.
La parabola appunto dei
vignaiuoli assassini ci fa riflettere su come siamo oggi nella Chiesa:se dalla
parte di coloro che vogliono far crescere il popolo di Dio in santità e in
missionarietà oppure vogliamo uccidere ogni prospettiva di vita spirituale e
apostolicità, pensando che il regno sia esclusivo possesso nostro e che non
serve far conoscere il Vangelo della gioia ad un mondo distratto da tante cose
che non sono Dio.
Quanto sia difficile percorrere questa strada della vera
felicità lo comprendiamo alla luce dei tanti comportamenti assurdi che abbiamo.
Cerchiamo il vero e in realtà diciamo il falso e viviamo nella menzogna e nella
bugia, nell'ipocrisia al massimo grado; amiamo il bello e scegliamo il brutto e
via dicendo. Siamo contraddittori in tante cose.
Invece è esattamente il contrario quello che siamo chiamati
a fare: siamo chiamati a diffondere il messaggio d’Amore con la testimonianza
della nostra vita
Quanto sia attuale questo testo lo comprendiamo alla luce
dei tanti fatti di cronaca nel mondo. Anche i tanti crimini efferati che si
stanno commettendo contro i cristiani ci fanno guardare al mondo di oggi con
gli occhi della paura e del terrore.Perciò l'apostolo Paolo nel brano della seconda
lettura di oggi ci dice di essere sereni, calmi e propositivi al massimo,
mantenendo saldi i rapporti umani e la fiducia nel futuro. Non bisogna farsi
rubare la speranza, come dice Papa Francesco, né tanto meno uccidere i diversi
segnali di speranza e di rinascita che emergono dal mondo.
Il cristiano, che non uccide la speranza è sulla linea di
Cristo e pertanto ha la certezza di camminare nella luce e nella verità. Perciò
possiamo legittimamente rivolgerci a Dio con questa preghiera: "Padre
giusto e misericordioso, che vegli incessantemente sulla tua Chiesa, non
abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato: continua a coltivarla e ad
arricchirla affinchè porti frutti abbondanti di vita eterna". Amen.
(P. Antonio Rungi)
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 21,33-43.
In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.
Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.
Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono.
Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio!
Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità.
E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli? ».
Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.»
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