sabato 17 gennaio 2015

II Domenica del Tempo Ordinario - "Maestro, dove abiti?"


Le letture di oggi presentano un oggetto costante del comportamento di Dio: la ricerca della nostra collaborazione.

Tutta la Bibbia documenta questa verità ed è impossibile capire Dio, senza tener conto di questa sua verità.
Anche oggi Dio cerca collaboratori. Anche ora la sua Parola è una grazia, perché in noi il cuore si apra ed egli compia il miracolo della nascita di un apostolo, di un collaboratore di Dio.

La prima lettura presenta Samuele, che vive accanto al tempio. Egli lentamente scopre la verità di Dio. Si accorge che Dio è una persona. Prende sul serio la preghiera e capisce che Dio soltanto è, mentre tutto il resto passa velocemente.
Samuele finalmente avverte la chiamata di Dio e risponde senza indugio: «Parla, Signore! Il tuo servo ti ascolta!».
In questa disponibilità c’è tutta la grandezza di Samuele: poiché egli ha capito la diversità che esiste tra Dio e tutto il resto, egli ha capito anche la verità della vita e la sente come chiamata e missione.

Oggi perché la vita è diventata banale per tanti giovani? Perché molti sentono il bisogno di ubriacarsi, di drogarsi, di stordirsi con il chiasso o con la velocità dei motori?

Esattamente perché la gente è vuota, le banalità sono diventate ideali, gli scopi della vita si sono abbassati a livelli indegni dell’uomo. Dobbiamo lottare perché la vita sia sentita come un dono grande.

Nel Vangelo la situazione di Samuele si ripete nella vita degli Apostoli: ora per loro il problema è sentire Dio in Cristo; è decifrare il senso della vita alla luce di Cristo.
Questo è anche il nostro problema. Giovanni racconta: «Gesù stava passando…» E’ una verità perenne. Accanto alla vita di ciascuno passa Dio.
Puoi non sentirlo, puoi non vederlo, puoi non crederlo e non amarlo, ma resta la verità: Dio ti passa accanto continuamente.
Cristo infatti è Dio tra noi: egli è qui e nessuna vita è vivibile fuori di lui. Ma come riconoscerlo? Giovanni Battista, appena vede Gesù, lo fissa, lo riconosce e grida: «Ecco l’Agnello di Dio!»
Che significa questa esclamazione? Significa che Giovanni collega la presenza di Dio alla scelta della mitezza, della bontà, del sacrificio, della croce. L’esperienza di tantissimi santi ha confermato la parola di Giovanni.

Prova ad accostarti al debole, al povero, all'ammalato: sentirai una pienezza interiore, che null'altro è se non presenza di Dio. Prova a rinnegare il tuo orgoglio, prova a sorridere alla croce, ad amarla; prova a dare senza attendere: avvertirai una gioia mai sentita, che è tipica dell’essere accanto a Dio.

Oggi perché tante persone sentono Dio lontano? Perché non lo cercano dove Dio è; perché non combattano la propria cattiveria, che rende ciechi ed estranei a Dio pur avendolo accanto.

Dopo l’atto di fede di Giovanni il Battista, due giovani si staccano da lui e si avvicinano a Gesù. Gli domandano: «Maestro, dove abiti?». Gesù risponde: «Venite e vedete».
Risposta stupenda. Gesù dice:
«Chi è Dio, non si può raccontare: si può capire vivendo la vita di Dio. Che cos’è la pace di Dio, non si può dire: per capire, bisogna vivere la pace. Che cos’è la fede, non si può esprimere a parole: è vivendo la fede che si capisce la fede»
Per questo Gesù avverte i due giovani (e tutti noi) di non cercare Dio dall’esterno, di non accontentarsi di una bella definizione di Dio, di non fermarsi alle idee.


Ecco la lezione meravigliosa di Cristo. «Volete conoscermi? Cominciate a vivere la mia vita e tutto vi diventerà chiaro». I santi non sono parolai, ma persone che vivono la Parola!

(P. Stefano Orsi, ofm)



Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, reprografico, digitale – se non nei termini previsti dalla legge che tutela il Diritto d’Autore.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 1,35-42. 

In quel tempo, Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)». 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.