Le
letture di oggi presentano un oggetto
costante del comportamento di Dio: la ricerca della nostra collaborazione.
Tutta la Bibbia
documenta questa verità ed è impossibile capire Dio, senza tener conto di
questa sua verità.
Anche oggi Dio cerca collaboratori. Anche ora la sua Parola è una grazia, perché in noi
il cuore si apra ed egli compia il miracolo della nascita di un apostolo, di un collaboratore di Dio.
La prima
lettura presenta Samuele, che vive accanto al tempio. Egli lentamente
scopre la verità di Dio. Si accorge che Dio è una persona. Prende sul serio la
preghiera e capisce che Dio soltanto è,
mentre tutto il resto passa velocemente.
Samuele finalmente avverte la chiamata di Dio e risponde senza
indugio: «Parla, Signore! Il tuo servo ti ascolta!».
In
questa disponibilità c’è tutta la
grandezza di Samuele: poiché egli ha capito la diversità che esiste tra Dio e tutto il resto, egli ha capito anche
la verità della vita e la sente come chiamata e missione.
Oggi
perché la vita è diventata banale per tanti giovani? Perché molti sentono il
bisogno di ubriacarsi, di drogarsi, di stordirsi con il chiasso o con la
velocità dei motori?
Esattamente perché la gente è vuota, le banalità
sono diventate ideali, gli scopi della vita si sono abbassati a livelli indegni
dell’uomo. Dobbiamo lottare perché la vita sia sentita come un dono grande.
Nel Vangelo la situazione di Samuele si ripete nella vita degli Apostoli: ora per loro il problema è sentire Dio in Cristo; è decifrare il senso della vita alla
luce di Cristo.
Questo è anche il nostro problema. Giovanni racconta: «Gesù stava passando…» E’ una verità
perenne. Accanto alla vita di ciascuno passa
Dio.
Puoi non sentirlo,
puoi non vederlo, puoi non crederlo e non amarlo, ma resta la verità: Dio ti passa accanto continuamente.
Cristo infatti è Dio tra noi: egli è qui e nessuna vita
è vivibile fuori di lui. Ma come riconoscerlo? Giovanni Battista, appena
vede Gesù, lo fissa, lo riconosce e grida: «Ecco l’Agnello di Dio!»
Che significa questa esclamazione? Significa che
Giovanni collega la presenza di Dio alla scelta della mitezza, della bontà, del
sacrificio, della croce. L’esperienza
di tantissimi santi ha confermato la parola di Giovanni.
Prova ad accostarti al debole, al povero, all'ammalato:
sentirai una pienezza interiore, che null'altro è se non presenza di Dio. Prova a rinnegare il tuo orgoglio,
prova a sorridere alla croce, ad amarla; prova a dare senza attendere:
avvertirai una gioia mai sentita, che è tipica dell’essere accanto a Dio.
Oggi perché tante persone sentono Dio lontano? Perché non lo cercano
dove Dio è; perché non combattano la propria cattiveria, che rende ciechi ed
estranei a Dio pur avendolo accanto.
Dopo l’atto di fede di Giovanni il Battista,
due giovani si staccano da lui e si avvicinano a Gesù. Gli domandano: «Maestro, dove abiti?». Gesù risponde: «Venite e vedete».
Risposta stupenda. Gesù dice:
«Chi è Dio, non si può raccontare: si può capire vivendo la vita di Dio. Che cos’è la pace di Dio, non si può
dire: per capire, bisogna vivere la
pace. Che cos’è la fede, non si può
esprimere a parole: è vivendo la
fede che si capisce la fede»
Per questo Gesù avverte i due giovani (e tutti noi) di
non cercare Dio dall’esterno, di non
accontentarsi di una bella definizione di Dio, di non fermarsi alle idee.
Ecco la lezione
meravigliosa di Cristo. «Volete
conoscermi? Cominciate a vivere la mia vita e tutto vi diventerà chiaro». I
santi non sono parolai, ma persone che vivono la Parola!
(P. Stefano Orsi, ofm)
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 1,35-42.
In quel tempo, Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».
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