“Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio...”.
Marco
inizia così il suo racconto su Cristo per ricordarci che la buona
notizia è Cristo: Egli deve essere al centro di tutto, perché solo
Lui il
nostro motivo dell’essere cristiani.
Le parole di Marco,
all’inizio dell’Avvento, ci stimolano a una verifica dei motivi
del nostro essere cristiani: Non il bel canto o la bella
predica, non il sacerdote o la gente simpatica possono essere
«motivi» per credere: motivo della fede è Cristo con la sua vita e
la notizia dell’amore di Dio.
E’ per
Lui e solo per Lui che si può sacrificare tutto, perché «solo
Cristo può dar senso alla vita e alla morte»
Ma come dobbiamo accostarci
a Cristo?
Marco
presenta Giovanni Battista con le parole del profeta Isaia:
«Preparate
la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».
Queste parole storicamente fanno riferimento al tempo del ritorno in
Israele dalla schiavitù di Babilonia alla libertà della sua terra.
Ma il senso profondo di
queste parole è in rapporto a Cristo: infatti la terra promessa è
Cristo e la libertà vera è possibile soltanto con Cristo.
“Preparate
la strada...”:
perché?
Perché
l’incontro con Dio richiede un atteggiamento preciso, un
orientamento preciso, un cambiamento di marcia.
E’
questo che spesso non si vuol capire. Se
dentro di noi non c’è una attesa di Dio fino alla sofferenza; se
dentro di noi non c’è la coscienza umile della nostra
insufficienza davanti al problema che siamo noi stessi, noi non
troveremo mai Dio. Solo
l’umile arriva a Dio.
“Raddrizzate
i sentieri...”:
per incontrare Dio è necessario cambiare tante strade; è necessario
uscire da determinate situazioni, ma soprattutto è
necessario cambiare il modo di pensare e valutare.
Conversione
non significa soltanto smettere di peccare, ma qualcosa di più:
significa cambiare dal di dentro;
significa «smontare» le idolatrie della vita: salute, successo,
denaro … restituire
a Dio il primato, il valore che Dio ha.
"Giovanni era
vestito di peli di cammello, con una cintura ai fianchi, si cibava di
locuste e miele selvatico...".
Giovanni è nella condizione
ideale per l’incontro con Dio: ha dato un taglio a vanità,
orpelli, illusioni; Giovanni è un uomo libero e quindi povero,
onestamente. Per questo egli può predicare, può rimproverare.
La gente - nota - Marco
va dalla città verso il deserto per ascoltare il profeta severo, ma
che dice la verità. Gerusalemme improvvisamente si vergogna di se
stessa e va a cercare nel deserto un messaggio di liberazione.
Se
anche noi avessimo il coraggio di fare questo passo; se anche noi
avessimo meno benessere per scelta volontaria, quanto saremmo più
felici!
Cosa dice Giovanni nel
deserto? « Dopo di me viene uno che è più forte di me …»
Giovanni non vuole legare la
gente a se stesso. Egli è un povero, un piccolo e agli altri può
donare soltanto la fede in un Altro, la speranza in un Altro.
Giovanni ha quasi paura che
la gente faccia di lui il motivo della fede e allora dà un chiara
avvertimento: « Dopo di me viene un altro»
Così
deve comportarsi la Chiesa, così deve comportarsi il cristiano.
Attirare alla chiesa, significa condurre a Cristo e non a noi.
(
Padre
Stefano Orsi ofm)
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,1-8.
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,
si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico
e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.
Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
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