Mancano pochi giorni al Natale e ovunque le vetrine
illuminate, gli abeti nelle piazze, le comete luccicanti sulle facciate delle
chiese creano un’atmosfera di familiarità e danno tepore domestico al freddo di
Dicembre.
Non so quali e quanti siano i pensieri che passano per la vostra
testa in questo periodo, ma scommetto che hanno a che fare con i ricordi della fanciullezza;
le poesie recitate ad alta voce; l’abbraccio dei nonni; la mamma in cucina a
preparare il cenone; le innocenti promesse di “fare il bravo” .Questo periodo
di preparazione ci fa riscoprire, almeno a quanto si respira, dei valori che
durante l’anno sono un po’ messi al margine della nostra coscienza…
Tutti aspettano qualcuno o qualcosa: un familiare che
ritorna a casa, un abbraccio, un bacio che tardava ad arrivare, un perdono
ricevuto o offerto, Dio che si fa uomo e viene nella storia dell’uomo.
L’attesa, l’avvento…Ad-ventus
vuol dire letteralmente qualcosa che ti
viene incontro, che sta venendo verso di te.
Come noi facciamo i regali per affermare la nostra volontà
ad essere presenti nel cuore delle persone, c’è un Dio che ci vuole fare un
regalo, ci sta mandando qualcosa, ci ha inviato un dono. Lo accoglieremo?
Il segreto per vivere meglio questa attesa è non proiettare
sempre il nostro pensiero alla meta. Purtroppo le leggi sociali ci impongono
certi ritmi che portano il nostro pensiero ad accelerare sempre di più per
poter arrivare quanto prima al soddisfacimento dei nostri bisogni materiali e
spirituali. Ma dell’attesa poi cosa ci resta? Forse poco e niente.
Ecco,forse dovremmo rallentare un po’ le lancette che
scandiscono il tempo della nostra vita. Forse dovremmo non solo tornare col
semplice ricordo all'età della fanciullezza, ma rivivere quel ricordo,
trasformandolo in azioni concrete: far visita a parenti lontani, andare in
chiesa per aiutare il parroco, passare un po’ di tempo in famiglia. Sono cose
che forse facciamo già per abitudine, o forse le abbiamo dimenticate, presi da
cose più urgenti, ma potrebbero riempire di senso questo tempo di attesa.
Quello che voglio dire prima di tutto a me stesso è che
questo tempo ci dà la possibilità di mettere a posto tante cose che non vanno
bene nella nostra vita. E’ vero: ogni momento è il momento giusto, ma, come
dire, ora possiamo sfruttare la scia.
Il nostro attendere non deve essere come
la fermata di un autobus, dove aspettiamo annoiati nella speranza che il
prossimo arrivi a più presto. Ma piuttosto dobbiamo incamminarci, per andare in
contro al Dio viene e che cammina con noi…L’Emmanuel.
Ognuno di noi spera sempre di vivere il Natale che arriva in
maniera speciale…Proviamoci allora, magari sarà la volta buona! Un natale da
non dimenticare!
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