Gesù è
il Messia promesso da Dio.
Egli si è presentato come
Figlio di Dio e ha chiesto di credere alla sua parola in forza delle opere, che
egli compiva. E noi abbiamo creduto
e crediamo in lui.
In questa domenica vogliamo definire gli atteggiamenti giusti
per poter ripensare il suo Natale.
Non
abbiamo trovato strada migliore di quella di
Maria: perché è la strada che Dio
stesso ha scelto per venire tra noi.
Maria
di Nazaret, infatti, è la creatura ideale davanti a Dio. Ella attende nel silenzio di Nazaret.
Oggi chi
vive il raccoglimento di Nazaret e chi sa crearsi spazi di
deserto per stare con Dio? Chi possiede oggi un cuore in pace, serenamente
aggrappato alla sicurezza della bontà di Dio e quanto si è attenti ai segni
della volontà di Dio negli avvenimenti di ogni giorno?
Tra la
prima
lettura e il Vangelo c’è un salto di mille anni. La prima
lettura ci presenta Natan che parla a Davide in nome di Dio e dice: «Io farò
a te una casa: il tuo regno sarà stabile per sempre».
Israele lesse questa profezia in senso messianico e maturò la certezza che da Davide sarebbe nato il
Messia.
Maria conosceva questa Scrittura.
Infatti bastarono pochi riferimenti dell’angelo per farle capire tutto ciò che
stava accadendo.
Quale
cristiano, oggi, legge assiduamente le Scritture, lasciandosi formare dalla sapienza che
viene da Dio? Quale famiglia ha
l’abitudine di pregare col Vangelo e sente suo primo dovere l’impegno di
guidare i figli alla conoscenza delle Scritture?
Maria non è una sprovveduta neppure
davanti a Dio. Ella chiede all’angelo: «Come accadrà questo? Io non conosco
uomo».
Questa
domanda
non nasce dal dubbio,ma dal desiderio di
capire la volontà di Dio e di
seguirla.
Noi siamo spesso pigri nella fede, lasciamo discorsi incompiuti con Dio, facciamo un passo avanti e due
indietro.
Tante volte il dubbio appanna la strada della fede
e ci impedisce di sentire la pace nella
volontà di Dio.
Maria è consapevole della sua piccolezza dinanzi alla salvezza.
Solo Dio può dare la gioia. L’uomo può soltanto mettersi in condizione
di ricevere il dono ma la salvezza resta sempre un dono.
Per questo, Maria,
risponde all’angelo: «Eccomi! Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto
»
Confrontiamo l’atteggiamento di Maria con l’orgoglio di oggi. C’è tanta
presunzione, sicurezza, autosufficienza! Oggi gli uomini sono arrivati a rinnegare Dio oppure a dichiararlo
inutile e superfluo.
Maria
è come un fiore aperto al sole: sa che senza luce non può vivere e allora
implora umilmente la luce, grata sempre per essere illuminata.
Presto
è
Natale: ritroviamo il silenzio,
preghiamo con la Scrittura ,
riconosciamoci medicanti di una gioia che solo Dio può dare.
In
questi atteggiamenti il Natale ci sboccerà nel cuore come dono gratuito
di Dio.
(Padre Stefano Orsi ofm)
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Dal Vangelo Secondo Luca 1,26-38
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
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