sabato 20 dicembre 2014

IV DOMENICA DI AVVENTO




Gesù è il Messia promesso da Dio
Egli si è presentato come Figlio di Dio e ha chiesto di credere alla sua parola in forza delle opere, che egli compiva. E noi abbiamo creduto e crediamo in lui.
In questa domenica vogliamo definire gli atteggiamenti giusti per poter ripensare il suo Natale.
Non abbiamo trovato strada migliore di quella di Maria: perché è la strada che Dio stesso ha scelto per venire tra noi.
Maria di Nazaret, infatti, è la creatura ideale davanti a Dio. Ella attende nel silenzio di Nazaret.

Oggi chi vive il raccoglimento di Nazaret e chi sa crearsi spazi di deserto per stare con Dio? Chi possiede oggi un cuore in pace, serenamente aggrappato alla sicurezza della bontà di Dio e quanto si è attenti ai segni della volontà di Dio negli avvenimenti di ogni giorno?

Tra la prima lettura e il Vangelo c’è un salto di mille anni. La prima lettura ci presenta Natan che parla a Davide in nome di Dio e dice: «Io farò a te una casa: il tuo regno sarà stabile per sempre».
Israele lesse questa profezia in senso messianico e maturò la certezza che da Davide sarebbe nato il Messia.
Maria conosceva questa Scrittura. Infatti bastarono pochi riferimenti dell’angelo per farle capire tutto ciò che stava accadendo.
Quale cristiano, oggi, legge assiduamente le Scritture, lasciandosi formare dalla sapienza che viene da Dio? Quale famiglia ha l’abitudine di pregare col Vangelo e sente suo primo dovere l’impegno di guidare i figli alla conoscenza delle Scritture?

Maria non è una sprovveduta neppure davanti a Dio. Ella chiede all’angelo: «Come accadrà questo? Io non conosco uomo».
Questa domanda non nasce dal dubbio,ma dal desiderio di capire la volontà di Dio e di seguirla.
Noi siamo spesso pigri nella fede, lasciamo discorsi incompiuti con Dio, facciamo un passo avanti e due indietro.
Tante volte il dubbio appanna la strada della fede e ci impedisce di sentire la pace nella volontà di Dio.
Maria è consapevole della sua piccolezza dinanzi alla salvezza.
Solo Dio può dare la gioia. L’uomo può soltanto mettersi in condizione di ricevere il dono ma la salvezza resta sempre un dono. 
Per questo, Maria, risponde all’angelo: «Eccomi! Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto »

Confrontiamo l’atteggiamento di Maria con l’orgoglio di oggi. C’è tanta presunzione, sicurezza, autosufficienza! Oggi gli uomini sono arrivati a rinnegare Dio oppure a dichiararlo inutile e superfluo.
Maria è come un fiore aperto al sole: sa che senza luce non può vivere e allora implora umilmente la luce, grata sempre per essere illuminata.
Presto è Natale: ritroviamo il silenzio, preghiamo con la Scrittura, riconosciamoci medicanti di una gioia che solo Dio può dare.


In questi atteggiamenti il Natale ci sboccerà nel cuore come dono gratuito di Dio.

(Padre Stefano Orsi ofm)

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Dal Vangelo Secondo Luca 1,26-38

 Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.

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